In Sardegna

"Non fate partorire le mamme in solitudine": l'appello dei futuri genitori sardi

 

 

CAGLIARI. "È con grande pesantezza e commozione che vi scriviamo". Inizia così la lettera inviata da "un gruppo di cittadini sardi, che oltre a vivere come tutti le preoccupazioni legate alla diffusione del Coronavirus, a breve diventeranno genitori, chi per la prima volta, chi per la seconda o più". I futuri papà e le future mamme chiedono di non lasciare sole le donne in sala parto, ma di permettere loro di essere accompagnate dal padre del figlio. Una richiesta che i futuri genitori hanno a cuore, tanto da offrirsi di pagare i tamponi necessari per i test.  La missiva è indirizzata al  presidente Christian Solinas, e all'assessore alla Sanità, Mario Nieddu. 

"Le donne che si apprestano a dare la vita in questo momento storico", si legge nella lettera, "sono tra le categorie più delicate, più fragili, da salvaguardare non solo da un punto di vista sanitario, ma anche da un punto di vista psicologico. Nei reparti di ginecologia sardi si vedono donne tristi, impaurite dal rischio di un possibile contagio, ma soprattutto dall'idea di vivere questo momento in solitudine. Un ulteriore motivo di sconforto deriva dal fatto che, attraverso una semplice comunicazione verbale o telefonica, apprendiamo dal punto nascita prescelto che il giorno del parto le partorienti saranno sole, senza alcun supporto da parte del proprio compagno o marito, anche se asintomatico".

Oggi, in Sardegna (tranne presso il punto nascita dell’ospedale Nostra Signora Bonaria di San Gavino Monreale)",  spiegano, "il partner che ha scelto di accompagnare la nascita del proprio figlio o figlia, sostenendo la scelta della compagna di partorire in ospedale, si trova allontanato durante il travaglio ed il parto. Perché negare un appoggio psicologico così importante ad una donna partoriente, in assenza di sintomi che possano mettere a rischio il buon andamento del parto e la salute del personale sanitario? La presenza della persona di fiducia è un diritto acquisito (non da dover tutelare) che si configura come sostegno e presenza durante travaglio e parto, per tutta la sua durata".

Il gruppo di futuri genitori, nella lettera, cita l'Oms e l'Iss: "La stessa Organizzazione mondiale della sanità e lo stesso Istituto superiore della sanità si sono già espressi affinché tutte le donne, a prescindere dalla positività a covid-19, abbiano il diritto di partorire in sicurezza e di vivere un’esperienza positiva. Tra le raccomandazioni, specificano il diritto della partoriente ad avere una persona di fiducia al loro fianco, che possa sostenerla durante le fasi di travaglio e del parto. Appare evidente che sono maggiori i rischi per la salute psicofisica di una donna che partorisce da sola, rispetto ai benefici nel non far entrare il partner in sala travaglio e parto".