In Sardegna

Zedda: "Pasticcio della Regione sulle ordinanze, qual è il vero scopo?

Zedda-coronavirus

CAGLIARI. La parola d'ordine è: no a polemiche che potrebbero destabilizzare i sardi. Ma dopo la dichiarazione dello stato di emergenza fino al 31 luglio da parte della Regione, dall'opposizione fa sentire la sua voce Massimo Zedda, perché "quel comunicato ha seminato il panico in tanti che operano nei settori turistici e produttivi. Per non parlare dell’ulteriore carico di ansia suscitato in tutti i sardi". L'ex sindaco di Cagliari di fa anche alcune domande sulle motivazioni dell'adozione di un provvedimento di quel tipo,e sulle sue possibili conseguenze. Ecco il post. 

Dopo l’ennesimo provvedimento che ha avuto necessità di un’ulteriore precisazione, alle già diverse situazioni drammatiche si aggiungono ulteriori preoccupazioni:
1. Il Presidente, la giunta e chi scrive gli atti (direttore generale della Presidenza) sono consapevoli della sensibilità e dell’attenzione necessarie nell'attuale emergenza?
2. Non avvertono il bisogno, nonostante la situazione difficile, di diffondere, per quanto possibile, senso di affidabilità e protezione da parte delle istituzioni?
3. Come si può, nel corso di un’emergenza nazionale e mondiale, utilizzare l’argomento dell’emergenza regionale, come se ci trovassimo difronte a un problema, per quanto drammatico, circoscritto alla sola Sardegna?
4. Non è che l’intenzione è quella di utilizzare le procedure d’emergenza per le assunzioni e per gli appalti, non solo per i settori direttamente impegnati, come sanità e protezione civile per primi (cosa giusta, necessaria e già prevista dai decreti della Presidenza del Consiglio dei ministri), ma per tutti i settori della Regione?
5. Il post della Regione è stato modificato e il comunicato ufficiale rimosso. È possibile che non si sia in grado di scrivere un’ordinanza o una delibera senza che debbano essere corrette o specificate cento volte?
6. È stato detto, come giustificazione, che il provvedimento serve per costituire l’unità di crisi. Dopo più di un mese dall'emergenza ancora non avevamo l’unità di crisi?
7. Il presidente della Regione è consapevole che la diffusione dei contagi negli ospedali è la conferma della poca tutela per il personale sanitario ed è attribuibile alla sola sottovalutazione e all'assenza del governo regionale?
8. È stato detto un mese fa, nel corso della seduta del Consiglio regionale, che avevamo la possibilità di gestire 100.000 casi di quarantena e di Coronavirus e che non c’erano problemi di approvvigionamento di mascherine, guanti (dispositivi di protezione individuale), tamponi e solventi per le analisi. Scopriamo oggi che non ci sono in quantità sufficienti in nessuno ospedale sardo.
9. È stato ordinato a tutti i medici, agli infermieri di tacere e non parlare con i giornalisti, il rischio è avere sanzioni disciplinari. Sono intervenuti, contro questo provvedimento, tutti i settori dell’informazione. La giunta che paura ha? Che cosa vuol nascondere?

Mi sono attenuto alla regola che prescrive, in un momento drammatico, di non fare polemiche, ma inizio ad avvertire il disagio perché cresce in me il dubbio che si stia utilizzando una vicenda che stravolge la vita e il futuro lavorativo di milioni di persone come scusa per superare regole di trasparenza, di leale concorrenza e per vantaggio di pochi a danno di tanti.

Il mio più sincero e profondo grazie va, invece, a tutti coloro che in questi giorni lavorano per la nostra tutela e per garantire i servizi essenziali.