UTA. Quarantotto ore d'inferno dentro il carcere di Uta. "Tra venerdì e sabato non c’è scappato il morto solo per miracolo. Risse furibonde tra detenuti, con pestaggi a sangue, celle devastate con sradicamento dei sanitari, mobili ridotti a pezzi, porte staccate e diventate scudo per asserragliarsi dentro la cella, vetri esplosi in mille pezzi. La cella numero 15 del braccio Cagliari del primo piano del carcere è la rappresentazione esatta dell’inferno che si è scatenato ieri sera dentro l’istituto penitenziario cagliaritano. Reparti totalmente allagati per il distacco di tutti i sanitari".
Il deputato di Unidos Mauro Pili descrive una situazione fuori controllo dopo la visita ispettiva effettuata questa mattina all'interno del penitenziario. "Per gli agenti", prosegue l'ex presidente della Regione, "è stato solo l’inizio di una giornata devastante perché subito dopo si scatenavano altre due risse in altrettanti reparti, con conseguenze che potevano essere ben più gravi se i pochissimi agenti non fossero riusciti a ripristinare l’ordine dopo lunghe ore di guerriglia. Un gruppo di tre marocchini circondato da un gruppo di sei italiani e il finimondo con pestaggio ha fatto il resto. Altrettanto in un reparto protetto dove un detenuto ha minacciato a lungo gli agenti. E oggi tensione alle stelle con un detenuto dell’alta sicurezza in rivolta sino a farsi vittima di autolesionismo”.
Inoltre in servizio oggi ci sarebbero stati solo 18 agenti per 601 detenuti. “Il ministro della giustizia – ha detto Pili - è il primo responsabile della situazione e se dovessero verificarsi fatti ancor più gravi sarà solo lui a doverne rispondere. Un carcere di queste dimensioni non può continuare ad essere gestito con tanta superficialità, mettendo a rischio la vita degli agenti. Basti pensare che oggi un carcere di quelle dimensioni disponeva di appena una sentinella per ben 8 posti di vedetta. Siamo dinanzi – ha concluso Pili - all’irresponsabilità totale del governo della giustizia che se ne frega di agenti, sicurezza e detenuti”.