CAGLIARI. Le canne che si sono ammassate al Poetto sono una protezione naturale per la spiaggia. E come nel caso delle alghe e della posidonia sono parte di un ecosistema complesso e non possono essere spostate. Questo è quanto è stato stabilito ieri, 8 gennaio, durante un tavolo tecnico-politico, convocato dall’assessore comunale all'Ambiente e Politiche del Mare, Alessandro Guarracino.
Un incontro voluto per parlare della situazione del litorale cagliaritano e quartese che "è stato interessato dal deposito nell’arenile di un cospicuo numero di canne trascinate dalle recenti mareggiate", a seguito delle violente piogge che si sono abbattute sul Cagliaritano nelle scorse settimane. Le canne sono dunque un sistema di autoconservazione naturale che sfrutta i cumuli per preservare la sabbia del Poetto. L'uomo perciò non dovrebbe metterci mano. Ma è stato fatto, per gioco, da tanti. Magari per costruire alcune di quelle capanne che adornano la spiaggia da qualche giorno. E gli operatori dei chioschi si preoccupano: chi porterà via quelle che sono state trasferite lontano e che non verranno toccate dalla corrente del mare?
"Il problema è che la gente rischia di farsi male con le canne che sono state portate in giro dai bambini", ha spiegato Gabriele Amelio, operatore del chiosco del Poetto Il Nilo, "poi il chiosco è distante 200 metri dalla riva. La corrente difficilmente arriva fin qui a prendere le canne".
Pensiero in parte condiviso anche da altri operatori, come nel caso di Gigi Lampis, proprietario del chiosco La dolce vita: "Non è solo per i lavoratori il problema, quanto per chi al Poetto ci va anche solo per passeggiare", ha puntualizzato, "le canne trattengono la sabbia ma anche la spazzatura. È nell'interesse di tutti avere un litorale pulito".