In Sardegna

Dall'agnello al pecorino, a Natale 400 milioni di euro di prodotti tipici sulle tavole dei sardi

Agroalimentare-sardo

CAGLIARI. Spenderanno quasi 400 milioni di euro le famiglie sarde per acquistare prodotti alimentari e bevande da mettere in tavola a Natale e Capodanno. Pane, pasta, carni, salumi, formaggi, verdure, ortaggi, frutta e, soprattutto, dolci e vini, distillati e bevande, tutti prodotti dell’immenso “giacimento” della food economy della Sardegna che, in particolare sotto le festività di Natale, registra sostanziose crescite di produzioni e vendite. Un settore, quello dell’agroalimentare, rappresentato in Sardegna da più di tremila imprese artigiane che danno lavoro a quasi seimila addetti, con un’offerta enogastronomica di 8 prodotti Dop, Igp e Stg, ben 205 “tradizionali”, e una capacità export di circa 200 milioni di euro. 

Sono questi alcuni dei numeri che emergono dall’analisi dell’Osservatorio per le Pmi di Confartigianato Imprese Sardegna che, nel dossier “Food economy di Mpi e artigianato alimentare in Sardegna nel 2019”, ha rielaborato i dati di Istat, UnionCamere-Infocamere e Mipaaf su imprese e produzioni alimentari e consumi delle famiglie nell’ultimo anno.

“I nostri artigiani del gusto utilizzano materie prime sarde e metodi di produzione tipici che evidenziano il legame con il territorio regionale – commenta Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – la genuinità di queste specialità fa bene alla salute, fa muovere l’economia e contribuisce a mantenere alta la bandiera del food regionale nel mondo. Per questo, i prodotti e le imprese della nostra tradizione alimentare, che hanno nella qualità e nell’artigianalità della lavorazione il proprio elemento distintivo, vanno promossi ancora di più”. 

Le festività legate al Natale modificano notevolmente le abitudini di spesa anche dei consumatori sardi. A dicembre, infatti, il 95,3% della spesa in prodotti alimentari e bevande delle famiglie è costituita da prodotti alimentari e bevande analcoliche e per il restante 4,7%  da bevande alcoliche. In particolare i prodotti più acquistati sono formaggi e latticini con una quota del 6,1% sul totale della spesa in prodotti alimentari e bevande, salumi con il 4,9%, pane con il 4,6% e altri prodotti di panetteria e pasticceria (tra cui rientrano in particolare i dolci da ricorrenza) con il 4,3%, prodotti in cui l’artigianalità rappresenta un importante fattore di qualità.

Confartigianato Sardegna ha stimato una spesa delle famiglie sarde in prodotti alimentari e bevande di 378 milioni di euro, più alta di 60 milioni rispetto al consumo medio mensile. Inoltre, considerato come nella nostra regione una fetta consistente della spesa alimentare sia intercettabile dalle imprese artigiane, si stima che nell’Isola verranno spesi circa 148 milioni di euro per prodotti da forno, salumi, latticini, formaggi, olio di oliva, dolci, gelati, condimenti e alcolici prodotti da artigiani. A livello provinciale si stima una spesa delle famiglie di prodotti alimentari e bevande di 116 milioni di euro di acquisti nel Nord Sardegna (46 di prodotti artigiani), 101 a Cagliari (40 artigiani), 78 nel Sud Sardegna (31 dall’artigianato), 47 a Nuoro (19 artigiani) e 36 a Oristano (14). 

Le eccellenze del food made in Sardegna, quelle garantite dai marchi europei DOP e IGP, sono 8 ovvero l’Agnello di Sardegna, il Carciofo spinoso di Sardegna, il Fiore Sardo, il Pecorino Romano e quello Sardo, l’Olio Extra Vergine di Sardegna e lo Zafferano di Sardegna e i Culurgionis d’Ogliastra, che pongono la nostra isola al 16esimo posto tra tutte le regioni italiane che, tutte insieme, annoverano ben 299 prodotti agroalimentari di qualità. Al 13 marzo 2019, inoltre, in Sardegna sono stati censiti ben 205 prodotti agroalimentari tradizionali, 6 in più rispetto all’anno scorso, caratterizzati da metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidate nel tempo.