In Sardegna

Patologie reumatiche gravi, 8 malati sardi su 10 perdono il lavoro

 

 

CAGLIARI. Tutti fanno i conti con dolori lancinanti. L'80 per cento è costretto a lasciare il lavoro, la metà non è a conoscenza di agevolazioni e diritti riconosciuti per legge. Mancano i medici specializzati e, in certe Asl, sono finiti pure i farmaci specialistici e non ci sono rassicurazioni sulle nuove forniture. Questo è il quadro drammatico nel quale si trovano a vivere circa 160mila sardi affetti da malattie reumatologiche gravi. I dati sono emersi dal convegno dell'Apmarr (Associazione persone con malattie remautologiche rare) che si è tenuto questa mattina a Cagliari.

La lista dei problemi è lunga, ha spiegato la referente regionale dell'associazione Mariella Piredda, e "lo scopo è quello di tutelare i pazienti". La presidente nazionale Antonella Celano ha spiegato: "Alla Regione abbiamo chiesto una collaborazione" ha spiegato la presidente dell'associazione, "e vorremmo far conoscere la nostra associazione, assente fino a qualche mese fa, ai cittadini". 

Non solo ombre, comunque: "Negli ultimi anni ci sono stati straordinari progressi nella medicina", ha sottolineato Antonello Cauli, direttore della struttura complessa di Reumatologia del Policlinico,  "che consente di mandare la malattia in remissione".