CAGLIARI. Per i danni causati dalle cornacchie e dai cormorani? "C'è l'aiuto regionale". Ad annunciarlo sono gli assessori regionali dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, e della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, che fanno il punto sulle risorse del bilancio regionale destinate a produzioni agricole e ittiche. Dopo i danni nelle campagne del Sulcis per l'invasione di cornacchie, poi arrivata anche nella zona di Alghero, la Regione interviene per la compensazione dei danni, sia con " risorse del bilancio regionale sia risorse comunitarie". "C'è un costante confronto tra le strutture dell’assessorato dell’Agricoltura e di quello della Difesa dell’Ambiente - sottolineano gli assessori - sull’attività di monitoraggio dei danni stessi, sulle azioni di controllo della popolazione delle cornacchie e dei cormorani nell’ambito dei piani provinciali di contenimento, sulle misure di intervento per la compensazione dei danni già attive e sulla valutazione di ulteriori misure alla luce proprio dell’attività di monitoraggio”.
“Per i danni prodotti dalle cornacchie – precisano - c’è già un aiuto regionale, che fissa le norme per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio della caccia in Sardegna, in particolare dall’art. 59, e dalla relativa disciplina per l’attuazione fissata con la deliberazione n. 44/21 del 25 luglio 2016. Laddove le risorse recate dalla dotazione ordinaria di bilancio risultassero insufficienti l’impegno è quello di reperirne ulteriori e in misura sufficiente a mitigare gli effetti dei danni effettivamente prodotti”.
“Per i danni causati alle produzioni dei comprensori di pesca regionali – fa sapere l’assessore Murgia - a breve sarà pubblicato il bando per la presentazione delle domande di risarcimento. La misura di intervento è inserita nell’ambito del programma operativo Feamp 2014/2020 – Misura 1.40 – Protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi marini e dei regimi di compensazione nell’ambito di attività di pesca sostenibili”.
Per quanto riguarda i cormorani, aggiunge l’assessore Lampis, “occorre lavorare sulla prevenzione, così da evitare la creazione delle colonie. Decisivo, perciò, realizzare azioni dissuasive per non farli restare in Sardegna. Oltre alla prevenzione nell’Isola, bisogna sollecitare l'Europa a intraprendere iniziative per la riduzione delle nascite”.