CAGLIARI. In Sardegna il numero di residenti è stabile, la disoccupazione aumenta ma le imprese aperte sono più di quelle chiuse. È questa la fotografia dell'evoluzione dell'economia sarda tratta dall’Ufficio studi di Confcommercio su dati Istat e Movimprese. Il raffronto è stato effettuato tra i numeri del 2008 e quelli consolidati del 2018.
Nel 2008 si contavano 1,641 milioni di residenti, dopo 10 anni sono 1,644. Ma nello stesso periodo cresce anche il tasso di disoccupazione, che passa dal 12,2% di dieci anni fa al 15,4 del 2018. Unica, seppur modesta, consolazione dal dato riguardante il lavoro giovanile, con la percentuale di disoccupati che scende di oltre un punto percentuale (dal 36,8% del 2008 al 35,7% dell'anno scorso). In totale gli occupati in Sardegna sono 582mila e il 77,9 per cento di loro lavora nel settore dei servizi, il 53,2 per cento in altre attività, il 24,7 per cento nel commercio, alberghi e ristoranti, il 16,4 per cento nell’industria e il 5,7 per cento nell’agricoltura.
In totale nella nostra Isola sono presenti 169.785 imprese. La maggiore concentrazione in provincia di Cagliari (70.250). Seguono Sassari (55.820), Nuoro (29.379) e Oristano (14.336). Nel dettaglio 41.510 sono attività commerciali, 34.943 appartengono al settore dell’industria, 34.696 agricoltura, 27.139 è il numero che arriva dalla somma due valori di agricoltura, industria, commercio, servizi di alloggio e ristorazione. Mentre 22.901 è il numero legato alle imprese di trasporti e magazzinaggio, servizi di informazione e comunicazione, attività professionali, immobiliari, scientifiche e tecniche, noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese, istruzione, sanità e assistenza sociale, attività artistiche, sportive e di intrattenimento. Segno positivo per il saldo nati-mortalità delle imprese (493) sul totale dell’economia sarda nel 2018: + 473 è il dato di Nuoro, + 229 nel capoluogo sardo, segno meno per Oristano (-6), peggio a Sassari (-203).
Per la gestione dei dati è necessario considerare la continua riorganizzazione amministrativa della Sardegna con l’abrogazione e istituzione di nuove province, che non ha trovato per ora un completo aggiornamento anche degli indicatori statistici territoriali. Le tabelle della Sardegna elaborate a livello nazionale sono state stilate con i dati disponibili che spesso non riflettono la nuova mappa amministrativa. L’analisi di Pil, consumi, forze lavoro, numerosità delle imprese, ma anche il ruolo della terziarizzazione e gli effetti del calo demografico negli ultimi dieci anni e l'evoluzione dei divari territoriali, sono stati presentati oggi nella sede confederale di Piazza Belli a Roma.
"Dai dati del centro studi emerge una Regione marcatamente indietro rispetto alla media nazionale per quanto riguarda il prodotto interno lordo”, ha detto Alberto Bertolotti, presidente di Confcommercio Sardegna, “si attesta al 72,3%, con l'indice dei consumi all'85% sulla media nazionale, ancora stagnanti e senza orizzonti concreti di crescita. Merita apprezzamento, in questo complesso quadro economico, il dato della disoccupazione giovanile, fortemente ridottasi tornata quasi ai livelli medi nazionali”.