CAGLIARI. Come gestire in modo virtuoso i rifiuti portuali? È la domanda alla quale hanno cercato di rispondere i partecipanti al forum "Porti 5R, dalle esigenze alle proposte" che si è tenuto al Lazzaretto di Cagliari. Al centro degli interventi, ovviamente, lo scalo cagliaritano. Quattro le parole chiave emerse: sensibilizzazione, perché per coinvolgere attivamente è importante partire dall’educazione, anche e soprattutto dei più piccoli; consapevolezza, affinché il trattamento corretto dei rifiuti non sia un mero obbligo a cui adempiere ma una buona consuetudine; collaborazione, perché unendo le competenze di ciascuno si è in grado di crescere e creare nuovi modelli virtuosi; economia circolare, per non trattare più il rifiuto come un elemento negativo da dover smaltire, ma come materiale da lavorare, riciclare e reimmettere in circolo.
L’evento è stato organizzato da Karalis Yacht Services Srl e Fondazione Mo.So.S, partner di progetto insieme a Università degli Studi di Genova - Dicca- Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica e Ambientale, Assonautica Provinciale di Savona, Elgi srl, Ville d’Ajaccio, Ekso srl.
L’obiettivo era quello di mettere a confronto gli operatori tecnici coinvolti nel porto commerciale di Cagliari, uno dei più importanti d’Italia, sulle tematiche del ciclo portuale del rifiuto aprendo lo sguardo agli scenari futuri.
Oltre agli interventi di rappresentanti dell'autorità portuale e della capitaneria, fondamentale è stato anche il contributo delle imprese private: Karim Sergio Ladjeri, amministratore delegato di Ekso Srl e Fabrizio Coni, direttore tecnico di S.E. Trand Srl, hanno posto interrogativi ma anche avanzato interessanti proposte di soluzione sul sistema attuale in cui le imprese operano e le azioni di controllo previste. “Oggi, nel nostro territorio, non è facile reimmettere in circolo un rifiuto che pure ha le capacità di essere riutilizzato”, dice Coni, “al di là della possibilità teorica di riutilizzo di molti rifiuti ci sono difficoltà a proporre tecnologie in un ambito regionale piuttosto circoscritto”. Cosa poter fare allora per migliorare questa situazione, soprattutto nei piccoli comuni? “Una soluzione potrebbe essere integrare l’appalto comunale con quello dei rifiuti da diporto”
Tra i partner di progetto anche Jean Toma dell’Union des Port de Plaisance de Corse che ha proposto di incrementare le relazioni e le occasioni di collaborazione tra la Sardegna e la Corsica, per aumentare la massa critica e veder accrescere il ruolo attivo delle isole in tutte le politiche dell’ambito marittimo.
Roberto Neroni, presidente della Fondazione Mosos, si dichiara molto soddisfatto dei risultati raggiunti e del sentito coinvolgimento dei partecipanti “Il progetto PORT-5R parte dal confronto tra i portatori di interesse per dare voce a tutte le istanze coinvolte, con l’obiettivo di creare innovazione a servizio della tutela delle acque marine dei porti”.
Filippo Trudu Tronci, amministratore di Karalis Yacht Services Srl: “La concretezza che vogliamo dare al nostro progetto di salvaguardia dell’ambiente PORT-5R ha visto un’approfondita azione di studio e prevede peculiari azioni pilota nei porti coinvolti, incluso quello di Cagliari. Studiamo oggi le soluzioni ambientali del domani”.
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- Redazione