In Sardegna

I gilet gialli sardi lanciano la sfida ai candidati governatori: "Tagliatevi lo stipendio"

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ALGHERO. "Gli stipendi dei politici? Spropositati e offensivi". Per questo i gilet gialli sardi, guidati dal portavoce del movimento Salvatore Bussu, si preparano alla prima iniziativa pubblica e lanciano la sfida ai sette candidati alla presidenza della Regione e a tutti gli aspiranti consiglieri. La richiesta è chiara: acconsentire, in caso di elezione, a ricevere uno stipendio medio pari a quello di un dipendente regionale e rifiutare l'assegno di fine mandato. Ma non solo a parole.

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Pronto c'è un impegno scritto non revocabile "indirizzato a tutti i candidati governatori Christian Solinas, Massimo Zedda, Francesco Desogus, Mauro Pili, Paolo Maninchedda, Andrea Murgia e Vindice Lecis e ai rispettivi candidati al Consiglio regionale. Qualsiasi rappresentante eletto avrà diritto al salario medio di un dipendente regionale e le spese di trasporto, vitto e alloggio saranno monitorate e rimborsate solo se verificate”. Lo potranno firmare questo weekend, nelle postazioni preparate per l'occasione ad Alghero, in piazza Pino Piras, e a Tramatza (la stessa iniziativa sarà organizzata anche dai gilet gialli abruzzesi): "Sabato 2 febbraio saremo ad Alghero, da dove sono nati i gilet gialli sardi, a partire dalle 9.30 - spiega Bussu - poi domenica 3 al rifornitore di Tramatza: aspettiamo tutti i candidati che vogliano sottoscrivere questo impegno". E aggiunge: "Un rappresentante del popolo non può guadagnare più del popolo stesso: è un'offesa a chi lavora ogni giorno". Bussu, che ha depositato il logo "Gilet gialli" all'Ufficio brevetti poco meno di un mese fa, spiega che il simbolo "è a disposizione gratuitamente per chiunque voglia fare iniziative a favore dei cittadini" e annuncia che questa è solo la "prima di una lunga serie di rivendicazioni in Sardegna". Perché la richiesta della firma? "Perché non è che non mi fido, non mi fido proprio", conclude Bussu.