CAGLIARI. I soldi ci sono e ora anche i criteri di selezione. Il reddito di libertà è realtà grazie alla legge approvata all'unanimità dal Consiglio regionale della Sardegna, che prevede un sussidio economico per le donne vittime di violenze.
Nella delibera di fine dicembre 2018 sono state decise anche le misure attuative della legge. Possono accedere al reddito le donne "con o senza figli minori, vittime di violenza certificata dai servizi sociali del Comune di residenza o dai servizi sociali del Comune di nuovo domicilio". Un ulteriore criterio è dato dalla "persistenza della condizione di pericolo imminente che ha determinato l'inserimento della richiedente in una casa di accoglienza".
La graduatoria sarà definita "tenendo conto del livello di gravità del bisogno, individuato dai seguenti criteri di selezione": in primis la gravità della condizione personale della donna (stato di salute, gravidanza, disabilità), poi la gravità della condizione familiare (se ha figli minorenni o con disabilità), la condizione reddituale e patrimoniale, e infine il tempo di permanenza all'interno di una casa di accoglienza. Alle donne aventi diritto spetteranno di base 780 euro al mese, ma nel caso di donna con figli minori, l'ammontare minimo del contributo sarà determinato dall'applicazione della formula ISTAT di calcolo della soglia di povertà assoluta, tenendo conto, ai fini della sua determinazione, del luogo di residenza o di domicilio della donna.
"Il Reddito di Libertà - si legge nella delibera della Regione - si configura come misura specifica di sostegno per favorire, mediante l'indipendenza economica, l'autonomia e l'emancipazione delle donne vittime di violenza domestica che si trovino in condizioni di povertà con o senza figli minori, a fronte dell'impegno a seguire un progetto personalizzato volto al raggiungimento dell'autonomia ed emancipazione".