In Sardegna

Uta, detenuto aggredisce i poliziotti e li minaccia con l'olio bollente

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CAGLIARI. Alta tensione nel carcere di Uta, dove un detenuto ha aggredito quattro poliziotti e ha cercato di gettargli addosso olio bollente. È la denuncia del Sappe, il sindacato degli agenti di polizia penitenziaria.

"Nella tarda giornata di ieri, 10 dicembre 2018 - racconta Luca Fais, segretario regionale del Sappe - un detenuto rumeno della casa circondariale di Cagliari Uta ha aggredito quattro poliziotti penitenziari che cercavano di mantenere l’ordine all’interno del reparto detenuto. Lo stesso detenuto, con gravi problemi psichiatrici e già recluso nei penitenziari di Alghero e Sassari, dopo aver distrutto la cella ha cercato di gettare addosso ai poliziotti dell'olio bollente. Dopo vari tentativi del personale e grazie al coordinamento dell’ispettore di sorveglianza si è riusciti a immobilizzarlo per poi sottoporlo alle cure dell'area sanitaria la quale ha ritenuto opportuno trasportarlo nell'ospedale cittadino".

"È inammissibile - aggiunge Fais - che il personale di polizia penitenziaria debba continuare a subire queste aggressioni da parte di soggetti che dovrebbero stare in strutture apposite e comunque debbono essere trasferite ai primi segnali di squilibrio ovvero di intolleranza al regime penitenziario. Ancora una volta il Sappe segnala l’importanza delle camere di sicurezza negli ospedali in modo da consentire la degenza dei detenuti ricoverati in locali adeguati che garantiscano la tutela del poliziotto, degli operatori sanitari e del cittadino“. 

 “Ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre”, denuncia Donato Capece, segretario generale Sappe. “Quanto accaduto a Uta evidenzia come le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia sono costanti. E rispetto all’ennesima emergenza legata al sovraffollamento, con oltre 60mila detenuti presenti nelle carceri italiane, è solamente grazie ai poliziotti penitenziari se il numero delle tragedie in carcere è fortunatamente contenuto e se si riesce a contrastare le intemperanza e le violenze di una parte di popolazione detenuta aggressiva e violenta”. Capece si auspica che “il ministero della Giustizia riconosca loro una adeguata ricompensa per le eccellenti capacità professionali e umane con le quali hanno gestito il gravissimo evento critico, che avrebbe potuto avere peggiori conseguenze se l’intervento degli agenti non fosse stato appunto tempestivo”.