In Sardegna

"Caos Poste nel Sulcis-Iglesiente", il M5S porta i disservizi in Parlamento

poste-pacco-postino-2

ROMA. Finiscono in parlamento i disservizi postali nel Sulcis Iglesiente, provocati da un nuovo modello organizzativo di Poste Italiane che "entro l’anno sarà esteso a tutta l’isola e che minaccia così di peggiorare la qualità del servizio, soprattutto nelle zone più periferiche". La denuncia arriva dal deputato del Movimento 5 Stelle Pino Cabras che ora, con una interrogazione, chiede al Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio di conoscere i dati relativi alla riorganizzazione del servizio postale erogato da Poste Italiane nell’isola e quali iniziative il governo intenda intraprendere per porre fine ai disservizi che da mesi interessano le comunità del Sulcis Iglesiente.

I centri maggiormente colpiti (troppi i ritardi nella consegna delle bollette e dei giornali in abbonamento) sono Fluminimaggiore, Carloforte, Domusnovas, Gonnesa, Musei e Villamassargia, ma i disagi potrebbero presto interessare altri comuni di tutta l’isola perché il nuovo modello organizzativo di Poste Italiane denominato “Joint Delivery” e introdotto progressivamente in Sardegna a partire dal 20 giugno scorso, mira ad aumentare ricavi e utili secondo criteri di profitto che, secondo Cabras, “stanno compromettendo la qualità del servizio nelle zone più periferiche e, pertanto, meno profittevoli”. Per questo il deputato chiede al ministro Di Maio se “non consideri il servizio postale erogato da Poste Italiane un importante servizio pubblico che, pertanto, non possa essere subordinato alle logiche di profitto”.

Pino-Cabras-primo-piano

"Nel Sulcis Iglesiente la situazione ormai è fuori controllo. I ritardi arrivano anche fino a tre settimane” scrive Cabras nella sua interrogazione, “e i pesanti disagi del territorio si sono tradotti in diverse proteste di piazza, nonché in azioni legali avverso Poste Italiane per i danni causati dal ritardo nella consegna della corrispondenza”. Ma “oltre alla corrispondenza tradizionale, i ritardi interessano bollette e quei prodotti editoriali in abbonamento i cui contratti con Poste Italiane vincolano questa a tempi di recapito imperativi ormai puntualmente disattesi di settimane, arrecando così grave pregiudizio economico all’editoria locale”.

Secondo i lavoratori di Poste Italiane e i sindacati di settore, l’introduzione del nuovo modello organizzativo sconta un personale poco numeroso, costretto a rotazioni di turno e di servizio difficilmente sostenibili. Il modello “Joint Delivery” (previsto da “Deliver 2022”, il piano quinquennale di Poste Italiane annunciato lo scorso 27 febbraio) incide poi sull’organizzazione del personale, prevedendo “una cospicua riduzione dei lavoratori destinati a passare in tutt’Italia da 138 mila a 123 mila, per un taglio totale di 15 mila unità in meno nell’arco del quinquennio, equivalente a una riduzione annuale media di tremila lavoratori”. Un taglio che, secondo Cabras, non potrà non incidere nella qualità del servizio offerto da Poste Italiane nell’isola.