In Sardegna

Pane surgelato spacciato per fresco, stop anche in Sardegna: arriva il decreto

Pane-Sardo

CAGLIARI. Il “pane surgelato o precotto” non potrà più essere venduto come “pane fresco”. Esultano i panificatori di Confartigianato Imprese Sardegna per il decreto interministeriale che, dal prossimo 19 dicembre, imporrà alle rivendite di separare i prodotti e di specificare il tipo di produzione e conservazione. Infatti, potrà chiamarsi “fresco” esclusivamente il pane “preparato secondo un processo di produzione continuo, privo di interruzioni finalizzate al congelamento o surgelazione, privo di additivi conservanti e di altri trattamenti aventi effetto conservante”.

Sono 930 le attività di panificazione presenti in Sardegna che, quotidianamente, sfornano Civraxiu, Coccoi, Moddizzosu ma anche rosette, schiacciatine, baguette, bananine e lingue senza dimenticare il pane alla ricotta o quello con le olive. Un sistema, quello dei panifici sardi, che quotidianamente sforna circa 3.000 quintali di prodotto, per un totale annuo che sfiora le 110mila tonnellate, costantemente sotto attacco da parte del surgelato che arriva dall’estero o da altre regioni d’Italia, dalla concorrenza sleale e dagli abusivi.

Dal 19 dicembre, quindi, il pane confezionato che ha subito un “processo di congelamento o surgelazione” o contiene “additivi conservanti” non potrà essere venduto come fresco e in etichetta dovrà essere riportata l’indicazione “Conservato” oppure “A durabilità prolungata”. 

“Finalmente i consumatori potranno scegliere tra il “pane fresco sardo” e quello proveniente da altre zone d’Europa, prodotto magari parecchi mesi prima e surgelato che peraltro ha spesso prezzi al consumatore più elevati – commenta Stefano Mameli, Segretario Regionale di Confartigianato Imprese Sardegna.