In Sardegna

Licenziati, formati e poi abbandonati: la beffa degli ex lavoratori dell'Unilever

Unilever

CAGLIARI. Lo stabilimento di viale Marconi nel quale lavoravano è stato smantellato, anche fisicamente, per lasciare spazio a un ipermercato di prodotti casalinghi. “Licenziati, inseriti in percorsi di formazione e riqualificazione professionale e poi dimenticati”. Questo il trattamento che oltre 40 lavoratori ex Unilever hanno ricevuto dalla loro azienda prima e dalla Regione poi, secondo la denuncia dei consiglieri regionali di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu e Gianni Lampis, contenuta in una interrogazione presentata.

“I lavoratori ex Unilever risultano attualmente disoccupati e sono oramai privi, dal 2014, di alcun tipo di sostegno al reddito, nonostante siano stati più volte interessati da accordi volti a perseguire l'obiettivo di una possibile ricollocazione occupazionale”, spiega Truzzu. Nel 2013, infatti gli assessori regionali dell'Industria e del Lavoro, Formazione professionale, la società Ciam Servizi Spa, la Provincia di Cagliari e le organizzazioni sindacali hanno sottoscritto un verbale di accordo, integrato nel gennaio 2014, attraverso il quale si impegnavano, ognuno per i propri ambiti di competenza, a programmare e attuare a favore dei lavoratori ex Unilever percorsi e politiche per il lavoro e formative, in coerenza con le esigenze dell'azienda e con le proprie iniziative produttive.

“Il percorso formativo, della durata di 400 ore, si è svolto presso l’istituto Ial Sardegna di Elmas e in parte presso l'azienda Ciam e si è concluso in data 19 dicembre 2014”, ricorda Lampis. “Era finalizzato all'inserimento in azienda, ma così non è stato e, una volta terminato, non è stata neanche rilasciata alcuna qualifica utilizzabile per eventuali differenti inserimenti occupazionali”.

“I lavoratori ex Unilever sono ora dimenticati, nonostante gli investimenti e la formazione pagata dalla Regione, Pigliaru e l’assessore Mura devono intervenire per risolvere la situazione difficile di oltre quaranta sardi che da quattro anni sono senza stipendio né assistenza”, chiedono, quindi, Lampis e Truzzu.