CAGLIARI. Valorizzare e diffondere la musica barocca attraverso concerti, eventi e attività di ricerca musicologica: è l’obiettivo di “Karalis Antiqua” un nuovo progetto musicale nato a Cagliari.
Sabato 19 ottobre alle 18 al Teatro dell’Arco il neonato Karalis Antiqua Ensemble, composto dai soprani Ilaria Corona e Federico Fiorio, dal contralto Federica Moi, dai bassi Nicola Marras e Federico Melis, da Noemi Mulas al clavicembalo e Dario Landi all’arciliuto, si esibirà in un repertorio composto da musiche di Claudio Monteverdi, Orazio Tarditi, Simone Molinaro e Giovanni Gastoldi.
“La nostra missione vuole essere quella di riportare alla luce composizioni e capolavori della musica barocca, con particolare attenzione quindi al Seicento e al Settecento, epoche ricche di espressività e profondità artistiche. “Karalis Antiqua” non è solo un ensemble vocale e strumentale, ma un progetto di ricerca e valorizzazione del nostro passato musicale che riteniamo meriti essere riscoperto e condiviso con il pubblico di oggi”, spiega il direttore del progetto Luca Murgia.
Domenica 20 ottobre alle 11,30, ancora negli spazi del Teatro dell’Arco, si terrà il concerto “Si dolce è il tormento”, con l’esecuzione di un repertorio tratto dalle composizioni di Claudio Monteverdi, Giovanni Felice Sances, Jan Pieterszoon Sweelinck e Pietro Antonio Giramo, con protagonista ancora il Karalis Antiqua Ensemble con i soprani Ilaria Corona e Federico Fiorio, dal contralto Federica Moi, Noemi Mulas al clavicembalo e Dario Landi all'arciliuto.
L’evento è realizzato per supportare una raccolta fondi, attivata su Produzionidalbasso.com per l’acquisto di un nuovo clavicembalo. "Si dolce è il tormento" è un viaggio musicale attraverso le mille sfumature dell'amore, raccontato dalle voci e dagli strumenti dei più grandi compositori del Barocco. Questo concerto esplora l’intenso legame tra amore e dolore, un tema ricorrente nella musica e nella poesia dell’epoca. Il titolo del concerto prende spunto da uno dei capolavori di Claudio Monteverdi, tratto dal Quarto Scherzo delle Ariose Vaghezze (1624), che cattura perfettamente l’ambivalenza dei sentimenti umani.