Culture

Quartu, l'affresco della Nazione Sarda dalle mani di Giuseppe Citta a quelle di Antonio Ibba

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QUARTU. L'edizione 2022 di Archivissima propone, come tematica, quella del cambiamento. L'Archivio storico del Comune di Quartu Sant'Elena ha scelto l'Affresco della Nazione sarda come simbolo di alcuni tra i cambiamenti più significativi nella vicenda della città tra la fine dell'Ottocento e la fine del Novecento.

L'affresco, realizzato nel 1897 dal pittore riminese Giuseppe per l'aula consiliare del nuovo Municipio, eretto nella piazza de Sa Perda mulla. Nel 1987, con la demolizione del vecchio Palazzo civico, le strade dell'affresco e dell'aula consiliare si divisero, e l'affresco trovò la sua nuova collocazione nelle sale dell'Ex convento.

Il Municipio rappresenta il cambiamento fisico di una funzione che rimane sostanzialmente la stessa (l'attività amministrativa del Comune) spostandosi da Via Roma a via Eligio Porcu, con la successiva demolizione del vecchio stabile, costruito dove sorgeva la casa del Teologo Murgia, e la costruzione del nuovo Palazzo Civico, sempre sulla stessa area.

Opposte sono invece le sorti dell'Ex Convento che nasce con funzioni religiose nella prima metà del Diciassettesimo secolo, per divenire poi la sede delle scuole elementari, la sede di un ospizio e infine ospitare, da pochi anni, la sede di rappresentanza del sindaco e dei suoi collaboratori, oltre a ed essere un luogo privilegiato per attività di carattere sociale e culturale.

La vicenda dell'affresco è, in tal senso, ancor più fortemente emblematica se vista nell'ottica del cambiamento, in quanto accomuna le vicende, così fortemente distinte, di due degli edifici più significativi e identitari della città di Quartu.

La mostra, ideata in collaborazione con Agorà Sardegna, è costituita da sette pannelli, in cui vengono approfondite le vicende del Palazzo civico e, in particolare, del distacco e rimontaggio dell'affresco effettuato dalla ditta di Antonio Ibba , nominato Quartese dell'anno nel 2005. Durante la serata verrà inoltre presentata una nuova, recente acquisizione da parte dell'Archivio storico, dovuta alla generosità della figlia di Antonio Ibba Maria Clara.