Culture

Per Grazia non ricevuta: il documentario di Davide Melis tra i finalisti del Premio Sorriso

per-grazia-non-ricevuta

 

CAGLIARI. "Per Grazia non ricevuta" è stato selezionato al Festival Internazionale della Cinematografia Sociale Tulipani di Seta Nera tra i 16 documentari finalisti per partecipare al Premio Sorriso Rai Cinema Channel.

Per grazia non ricevuta è il documentario di Davide Melis che racconta il picaresco viaggio dell’artista sassarese Giovanna Maria Boscani e del cantautore cagliaritano Joe Perrino, a bordo di un’ApeCar lungo le carceri della Sardegna per raccogliere le richieste di grazia sotto forma di ex-voto: disegni, scritti che hanno trasformato l’Ape in un’installazione artistica itinerante.

E che oggi è pronto a raccogliere gli apprezzamenti del grande pubblico per portare questo messaggio di arte, cultura e speranza nelle case di tutti noi, offrendo a quell’umanità reclusa finalmente una voce.

Per votare il documentario sarà sufficiente accedere fino al 17 aprile al link Rai dei Per Grazia non ricevuta ed immergersi nei colori della musica e dei disegni, nelle storie raccontate da Melis. L’opera che otterrà il maggior numero di visualizzazioni per la propria sezione riceverà il prestigioso Premio Sorriso Rai Cinema Channel. 

Partendo dall’istituto carcerario più a sud della Sardegna, il carcere di Uta, il viaggio di Giovanna e Joe tocca le strutture carcerarie dell’isola dove i detenuti consegnano agli artisti la loro richiesta di “grazia” sotto forma di ex-voto: disegni scritti oggetti concorreranno a decorare l’Ape-Car che viene trasformata da Giovanna Maria Boscani in un’installazione artistica itinerante.

In questa direzione si sviluppa l’idea di spezzare l’isolamento carcerario proponendo un’avventura quasi surreale che unisca gli istituti di pena attraverso l’arte e la musica.

Nel lavoro dell’artista la Ape-Car diventa un elemento simbolico e fantastico che si presenta come medium di relazione fra pratica artistica e il vissuto carcerario. Per Grazia non Ricevuta non vuole essere un’indagine socio-antropologica ma cassa di risonanza per storie desideri ambizioni sogni che altrimenti rimarrebbero rinchiusi fra le mura degli istituti di pena.

La forma del film è più simile a quella del cinema narrativo che a quella del documentario in tutto Un film fatto di dialoghi: fra i due protagonisti e con le persone che incontrano nel loro viaggio. 

Il Festival Internazionale della Cinematografia Sociale Tulipani di Seta Nera (Roma 5- 8 maggio), è una manifestazione organizzata dall’associazione studentesca Università Cerca Lavoro, su idea di Paola Tassone. L’obiettivo di promuovere il lavoro di giovani autori, che con le proprie opere, raccontano, tramite le immagini, “non il semplice racconto di una diversità, ma l’essenza della diversità, sapendola soprattutto valorizzare”. Un festival, insomma, dedicato a storie d'autore di interesse sociale. La presenza della RAI, attraverso Rai per il Sociale e Rai Cinema, dà al Festival la possibilità di parlare a tutti attraverso la più grande azienda culturale d’Europa, con l’obiettivo di costruire la società etica, coesa e altruista del terzo millennio. A conclusione di una quattro giorni dal 5 all’8 maggio vengono consegnati i “Tulipani” ai vincitori delle sezioni del Festival e al miglior Film e la miglior Fiction sociale dell’anno.

Quattro le sezioni in concorso - Documentari, Cortometraggi, #SocialClip e Digital Series - che saranno visibili a partire dal mese di aprile sulla piattaforma realizzata da Rai Cinema Channel in collaborazione con Rai per il Sociale, alla pagina www.tulipanidisetanera.rai.it. L’opera che otterrà il maggior numero di visualizzazioni per la propria sezione riceverà il prestigioso Premio Sorriso Rai Cinema Channel. Premio che si aggiunge alle targhe premio assegnate da una giuria di esperti nel settore del cinema, della scrittura, dello spettacolo, della comunicazione, della sociologia e della musica, la quale avrà il compito di assegnare le seguenti targhe premio: Miglior Montaggio, Miglior Fotografia, Miglior Regia.

Inoltre, saranno assegnati i riconoscimenti "Sorriso diverso" a cinque personalità civili del mondo del lavoro, dell’imprenditoria, del giornalismo, dello sport e dei progetti territoriali.


I protagonisti

Nicola Macciò, in arte Joe Perrino, cantante, musicista, produttore e attore, si muove da oltre 30 anni sulla scena musicale nazionale e internazionale attraversando generi e stili, pur restando legato alla Sardegna dove è uno dei protagonisti del panorama musicale e culturale.

Joe Perrino è nato a Cagliari l’8 aprile 1965. Nel 1984 fonda la band beat-gardage Joe Perrino and The Mellowtones. Nel 1986 pubblicano il primo album con la IRA Records di Firenze: Rane N Roll. Dopo il trasferimento a Londra, inizia una collaborazione con gli Horse London e, poco tempo dopo, con il chitarrista anglo-americano Perri Boyesen, con il quale formerà la band The A.D. Show. Finita l’esperienza all’estero, Joe Perrino torna in Italia e insieme a un gruppo di giovani musicisti dà vita agli Elefante Bianco (1995). Durante la fase discendente degli Elefante Bianco, Joe comincia il progetto "UN OPERAIO ROMANTICO" che porta in teatro cominciando a trasformare i concerti in forma musico teatrale. Alla fine degli anni Novanta inizia un altro progetto, “CANZONI DI MALAVITA" dove recupera vecchi brani della malavita, canzoni disperate talvolta ironiche come accentua l'interpretazione drammatica di Joe, che vengono riarrangiate in una forma canzone vera e propria. 

Nel 2000 la prima rappresentazione in teatro dello spettacolo Operaio Romantico, che riscuote nel circuito Sardo un notevole successo e nel 2002, ottiene la parte principale nel cortometraggio “Preda“ , per la regia di un emergente regista Sardo , Paolo Carboni, con cui vincerà il premio per migliore attore protagonista.

A gennaio 2021 uscirà per Freecom Music il vol. 3 di questo percorso. Ha inciso 18 dischi e interpretato 8 film, oltre a numerosi spettacoli teatrali.


Giovanna Maria Boscani

Nata a Sassari , laureata all’ Accademia di Belle Arti, è artista e artigiana. La sua ricerca visiva richiama alla memoria tutto ciò che di più magnetico si riscopre nella cultura della Dia de los Muertos messicana e nella dimensione del sacro. Nei suoi lavori reinterpreta valori iconografici e culturali mescolando in una trama creativa diversi stili e ricreando un esuberante immaginario di simbologie dal cromatismo acceso. Nelle sue opere: la calavera, il corazon, la santa muerte, così come icone sacre e figure del panorama musicale, politico e cinematografico internazionale prendono vita in un’unica inquadratura. Artista dotata di particolare sensibilità e di un estro poetico tutto personale, Giovanna Maria Boscani trasforma i suoi lavori in santuari e crea originali gioielli di artigianato, liberando echi della propria storia personale” (Fioriture 2014).