Culture

Tournée in Sardegna di "Romeo e Giulietta - L'amore è saltimbanco"

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CAGLIARI. Viaggio dietro le quinte tra echi shakespeariani e rimandi alla tradizione della “commedia dell'arte” con “Romeo e Giulietta - L'amore è saltimbanco”, una produzione di Stivalaccio Teatro e Teatro Stabile del Veneto con drammaturgia e regia di Marco Zoppello, protagonista sulla scena insieme con Anna De Franceschi e Michele Mori, in tournée nell'Isola sotto le insegne della Stagione di Prosa 2021-2022 organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura, della Regione Sardegna e del Comuni aderenti al Circuito e con il contributo della Fondazione di Sardegna. La pièce divertente e coinvolgente – in cartellone lunedì 7 marzo alle 21 all'Auditorium Comunale “Nelson Mandela” di Santa Teresa Gallura, martedì 8 marzo alle 21 al Teatro Comunale di San Gavino Monreale, mercoledì 9 marzo alle 21 al Padiglione Tamuli delle ex Caserme Mura di Macomer, giovedì 10 marzo alle 21 al Teatro del Carmine di Tempio Pausania e infine venerdì 11 marzo alle 21 al Cine/Teatro “Olbia” di Olbia – racconta le disavventure di due artisti girovaghi, incaricati di rappresentare, durante il Carnevale, «la più grande storia d’amore che sia mai stata scritta».

Sullo sfondo di una affascinante e caotica Venezia del Cinquecento, Giulio Pasquati e Girolamo Salimbeni, due ciarlatani e saltimbanchi dal burrascoso passato provano a realizzare la loro mise en scène della tragedia di “Romeo e Giulietta” di William Shakespeare, affidando il ruolo della fanciulla innamorata, vittima innocente dell'odio tra due famiglie, costretta a mentire e ingannare i suoi parenti e sposarsi di nascosto, alla sensuale e avvenente Veronica Franco, poetessa e “honorata cortigiana” della Repubblica, un'attrice consumata nella vita se non nell'arte. Come avviene nel “Sogno di una notte di mezza estate”, si assiste ad una “prova aperta” in cui i protagonisti provano le loro parti, cercando di mettere insieme un copione, o almeno un “canovaccio” su cui improvvisare all'occorrenza, attingendo ai rispettivi repertori, per portare avanti un'intricata vicenda tra amori adolescenziali e insanabili conflitti, colpi di fulmine, dialoghi notturni e perfino un matrimonio segreto, duelli e fughe, e infine il fatale incontro in un sepolcro, quando a causa di un messaggio perduto si scatena la catastrofe.

“Romeo e Giulietta - L'amore è saltimbanco” – con scenografia di Alberto Nonnato, costumi di Antonia Munaretti, maschere di Roberto Maria Macchi, duelli di Giorgio Sgaravatto e consulenza musicale di Veronica Canale – è un raffinato e moderno divertissement, da un'idea di Marco Zoppello, in cui il capolavoro del Bardo inglese «prende forma e si deforma nel mescolarsi di trame, di dialetti, canti, improvvisazioni, suoni, duelli e pantomime». In un'ipotetica sera di Carnevale nella città lagunare, nell'anno 1574 (quando in verità il dramma shakespeariano non esisteva ancora, o forse era in nuce nella testa del suo autore, se come risulta la prima stesura risalirebbe a vent'anni dopo...) tra artisti si cimentano con una trama immortale, per allestire in fretta e non senza ansie e timori uno spettacolo in onore di Enrico III di Valois, futuro re di Francia, che sulla strada per Parigi dove avverrà l'incoronazione, trascorrerà la notte nella Serenissima. Tra le calli e le fondamenta corre la voce di una visita del principe e il Doge per accogliere degnamente un ospite di tanto riguardo decide di organizzare un intrattenimento, dove non può mancare il teatro e per l'occasione la scelta cade sulla favola dei due innamorati di Verona.

Quasi un capovolgimento rispetto all'originale, dal momento che William Shakespeare porta in scena una versione originale della storia degli sfortunati amanti ambientandola nella lontana – e in qualche modo “esotica” –Italia mentre qui è l'opera di un grande drammaturgo “straniero” a ispirare i protagonisti, quasi a voler ribadire l'universalità del teatro e delle emozioni. Il dramma di un amore contrastato compare a più riprese nella letteratura greca e latina, da Giamblico e Senofonte Efesio a Ovidio, per poi intrecciarsi alla storica rivalità tra le due famiglie senesi, citate da Dante Alighieri nella sua “Commedia”, nei racconti di Masuccio Salernitano e di Luigi da Porto con la sua “Historia novellamente ritrovata di due nobili amanti”, ripresa da Matteo Bandello nelle Novelle (oltre che nei drammi cinquecenteschi “Giulia e Romeo” di Clizia e “Hadriana” di Luigi Groto). Un tema ricorrente e di forte impatto, per l'ingiustizia e la crudeltà di un'amara sorte che pare perseguitare gli innamorati, distruggendo i loro sogni e regalando loro un'immeritata infelicità, costringendoli a fuggire o nascondere i propri sentimenti, con esiti spesso tragici: sulla vicenda di “Romeo e Giulietta” William Shakespeare costruisce un dramma ricco di sfaccettature, in cui le ragioni della fanciulla e del suo sposo si scontrano con l'antagonismo tra le loro famiglie e infine con le leggi dello stato (che per mettere fine a quella spirale di violenze e vendette condanna il giovane all'esilio) in un crescendo ricco di passione e suspense, tra baci e amplessi (quasi) “rubati” e messaggeri inaffidabili, finché i due riusciranno a ritrovarsi ma troppo tardi e invano, con il finale ben noto, magnifico e struggente, che suona come un monito per chi fomenti l'odio e la guerra.

“Romeo e Giulietta - L'amore è saltimbanco” si arricchisce di ulteriori rimandi all'opera del Bardo inglese: «Shakespeare diventa, per noi, materia viva nel quale immergere le mani – spiega il drammaturgo e regista Marco Zoppello –, per portare sul palco, attraverso il teatro popolare, le grandi passioni dell’uomo, le gelosie “Otelliane”, i pregiudizi da “Mercante”, “Tempeste” e naufragi, in una danza tra la Vita e la Morte, coltelli e veleni».