Culture

La Regione punta sul turismo religioso: accordo assessorato-Cei

 

CAGLIARI. Turismo e religione insieme per far rivivere l’interno della Sardegna e le sue bellezze ambientali e destagionalizzare. Nasce con questo obiettivo l’accordo tra l’assessorato regionale al Turismo e la Conferenza Episcopale Sarda in un protocollo d’intesa. I comuni coinvolti sono 255, e i fedeli che arrivano nell’Isola potranno scegliere tra 7 cammini in 3200 chilometri. “Chiese e monasteri in questi bellissimi percorsi”, dice l’assessore al Turismo Gianni Chessa, “è una scommessa, in altri territori sono già partiti, ora tocca alla Sardegna. L’obiettivo è unire le testimonianze e i racconti religiosi e spirituali insieme al patrimonio ambientale e paesaggistico dell’Isola”. Dopo l’archeologia, quindi la Regione punta sulla religione. “Mi sono accorto che mancava proprio la chiesa”, precisa Chessa, “e non potevamo farne a meno, chi più di loro possono raccontare la storia vera e autentica dei monasteri e delle chiese ?”. “Il turismo religioso è un fenomeno certamente in crescita”, precisa Luigi Tiana, Abate del monastero di San Pietro di Sorres, “la pandemia ha un po’ stoppato il fenomeno come tante altre cose, ma il post pandemia sarà un volano per riappropriarci delle nostre tradizioni religiose e umane. E in Sardegna tiene molto il nostro attaccamento alle nostre radici, tradizioni, le feste dei nostri santi sono ancora molto sentite e molto vissute”.