GUASILA. Il tema è tra i più seri che si possano trattare, la salute mentale. Il nome scelto per il Festival, nato nel 2011 nel Campidano è "Macchiori", che in italiano può essere tradotto con "follia". Ma "Macchiori" è spesso utilizzato con un'accezione ironica. Ed è questo l'obiettivo dell'iniziativa: mettere al centro la persona, utilizzando ogni strumento utile affinché sia garantito il benessere e l'inclusione sociale, con azioni serie, ma sempre con il sorriso e la giusta dose di gioco e interazione.
Si tratta di un progetto dedicato alla sensibilizzazione delle persone sul tema della salute mentale, che vuole sollecitare riflessioni e moltiplicare le occasioni di aggregazione e inclusione nelle quali la comunità si unisce nella valorizzazione delle persone con disagio psichico. "Uno dei messaggi più importanti che si vuole diffondere attraverso Macchiori", ha detto la sindaca di Guasila, Paola Casula, "è che la cura delle persone con disturbo psichiatrico non può essere delegata soltanto ad azioni ambulatoriali o ospedaliere, per quanto importanti, ma ci deve essere il coinvolgimento della famiglia e di tutta la comunità, perché si crei un vero percorso di salute e inclusione in ogni ambito della vita quotidiana".
"In un momento così difficile, con una pandemia in corso, l'edizione 2020 di Macchiori sarà certamente diversa e non ci sarà la possibilità di svolgere tutti gli eventi in presenza", ha rilevato l'assessora all’Inclusione Sociale Consuelo Palmas, "ma allo stesso modo credo sarà ancora più significativa nell'esprimere la volontà di creare spazi per discutere delle criticità, e ancora di politiche adeguate sul tema della salute mentale. Avere un’opportunità per raccontarsi e condividere esperienze, soprattutto in quest’anno così difficile è davvero molto importante". Proseguendo:
"É dunque in un momento di grande criticità per tutti che il Comune di Guasila, come Amministrazione e con il sostegno di tutta la comunità ha ritenuto opportuno promuovere questo progetto culturale e sociale. Macchiori ha coinvolto per la prima volta l'Amministrazione comunale lo scorso anno, con la partecipazione di 300 persone e questa è stata una vera piccola grande rivoluzione".
La manifestazione, organizzata in collaborazione con l’associazione odv Libera-mente e in sinergia con l’Associazione sarda per l'attuazione della riforma pischiatrica (Asarp), Unione nazionale delle associazioni per la salute mentale, e l’associazione Andalas de Amistade, vuole stimolare le istituzioni, le associazioni sportive e di volontariato del territorio promuovendo azioni, forme innovative, buone pratiche, dialoghi interistituzionali come prevenzione e contrasto allo stigma e al disagio psichico sociale. "La vera sfida di questo festival è promuovere il ruolo della comunità come luogo e percorso di cura per le persone che vivono una condizione di sofferenza insieme ai servizi territoriali e le associazioni", ha concluso l'assessora Palmas, "per promuovere processi inclusivi". Il festival verrà realizzato grazie al finanziamento della Regione
Il calendario delle iniziative si svilupperà dalla giornata del 17 a quella del 31 dicembre, sempre nelle modalità consentite dalla normativa AntiCovid e quindi in videoconferenza e senza presenza di pubblico. Sono previsti seminari, testimonianze, presentazioni di libri sul tema, proiezione di filmati e realizzazione di arti pittoriche e rappresentazioni teatrali.Si parte giovedì 17 dicembre alle ore 9.30 con il seminario "La cura della salute mentale: servizi, comunità, diritti e libertà".
- Redazione