Culture

Cagliari, con "Bartleby" cala il sipario sulla stagione di teatro della Vetreria

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CAGLIARI. Cala il sipario sulla Stagione di Teatro La Vetreria, organizzata  sul palco del centro culturale di Pirri da Cada Die Teatro, sotto la direzione artistica di Giancarlo Biffi. Un cartellone che per quasi due mesi ha proposto con successo novità assolute - due prime nazionali, “Riva Luigi. Cagliari ai dì dello scudetto” ed “Ecuba, ultimo atto” - insieme a produzioni significative della storica compagnia cagliaritana e il festival “Transistor”, incontri, spettacoli, concerti, installazioni, laboratori dedicati soprattutto alle nuove generazioni.

Domani, domenica 9 dicembre, alle 18, ad andare in scena e mettere il sigillo sulla rassegna autunnale di Cada Die sarà BARTLEBY, spettacolo tratto da un romanzo breve di Herman Melville, con Luca Radaelli, attore, autore, regista teatrale, che ha curato anche la traduzione del testo, la regia e le scenografie di Renato Sarti (luci e tecnica: Graziano Venturuzzo; musiche Carlo Boccadoro; una produzione Teatro Invito - Teatro della Cooperativa).

Melville viene considerato uno dei massimi scrittori di tutti i tempi. Dei suoi romanzi brevi il più particolare e discusso è proprio “Bartleby, lo scrivano” (1853), ritenuto precursore dell’esistenzialismo e della letteratura dell’assurdo. Ambientato a Wall Street, descrive il contrasto tra la vita frenetica, incarnata dalla City newyorchese, e Bartleby, un personaggio che si rifiuta di svolgere le mansioni lavorative che il suo principale gli affida, fino a sviluppare un oscuro mal di vivere. Questa opposizione, così radicale, al mondo rampante, votato al denaro e alla produttività, che lo circonda, viene descritta dal datore di lavoro, un pacifico avvocato che cura gli interessi di danarosi clienti ma che prova un senso di compassione nei confronti del protagonista.
Il desiderio di affrancarsi dalla schiavitù del lavoro - di un lavoro alienato come quello di copista - anche a costo della sua stessa vita, rende Bartleby un personaggio moderno, un working class hero: un eroe solitario che si batte in modo donchisciottesco contro il Moloch del capitalismo internazionale. La narrazione nello spettacolo corre sul filo dell’ironia, a tratti diventa persino comica, per arrivare a un sentiero sempre più stretto e condurre l’uomo sull’orlo di un abisso.