CAGLIARI. Truzzu, Chessa, Soru e Todde: tutti bocciati nessuno escluso. Questa la valutazione delle ragazze e ragazzi di Fridays For Future Sardigna, il movimento per la giustizia climatica fondato da Greta Thunberg nel 2019. Le attiviste e gli attivisti hanno studiato i programmi delle quattro coalizioni in corsa, giudicandone le performance verdi tramite undici indicatori.
"Il livello è generalmente basso, con alcune proposte valide ma molte, moltissime mancanze", scrivono gli attivisti. "Peggio di tutti Paolo Truzzu, candidato del centrodestra, che non ha rilasciato un programma ufficiale. Degli undici criteri indicati nel report, nessuno ottiene una valutazione positiva. Un po’ meglio, ma sempre gravemente insufficiente, la candidata di Sardegna R-Esiste Lucia Chessa. Gli attivisti valutano positivamente la contrarietà alla dorsale del metano e il riconoscimento della necessità di ridurre uso del fossile ed emissioni zootecniche. Ma nulla o quasi è promesso su phase-out del carbone, Saras, espansione delle rinnovabili, contrasto alla siccità, decarbonizzazione dei trasporti, restituzione delle aree militari. Solo il 22% del suo programma è in linea con i necessari obiettivi di transizione ecologica".
Pari (de)merito per Alessandra Todde e Renato Soru che guidano la classifica con "una vittoria che non permette di sorridere", scrivono da Fridays for future. "Per entrambi il giudizio positivo si ferma al 31% del necessario. Del centrosinistra a guida Pd e 5 Stelle si apprezzano i punti relativi al contrasto al consumo di suolo e alla lotta contro la siccità. Buona la volontà di creare una Società Energetica Sarda, di incentivare le comunità energetiche e di elettrificare le flotte del trasporto pubblico. Molto negativo invece il supporto alla metanizzazione, la non-menzione di una prossima chiusura della Saras e l’idea di rendere «sostenibili» le basi militari (bollata come irrealistica dagli attivisti). Anche per Soru il giudizio più positivo è relativo a siccità e consumo di suolo - apprezzata in particolare la menzione di un aggiornamento del PPR - ma pesano le assenze. Niente nel programma della Coalizione Sarda indica una chiara presa di posizione su metano, Saras, carbone. Positiva la costituzione di una Direzione Regionale dedicata all’energia, così come il supporto alle comunità energetiche e l’impegno diretto della Regione nella costruzione di grandi impianti rinnovabili. Bene l’implementazione di linee ferroviarie elettriche e trasporto pubblico a chiamata, ma male la rimodulazione degli obiettivi sulle rinnovabili. Perplessità emergono infine anche su carbon-credit e basi militari. Le prime sono considerate a forte rischio greenwashing, sulle seconde si apprezza l’idea di un referendum ma si considerano troppo vaghi gli impegni".
Ma attenzione, perché "alcune liste hanno programmi più avanzati rispetto a quelli delle coalizioni che sostengono, e ne apprezziamo l’impegno", chiudono gli attivisti. "Ma le promesse dei candidati si valutano inevitabilmente su quanto espresso dalle coalizioni nel loro insieme. Se i quattro vorranno aggiornare i loro impegni, esprimersi in modo più ambizioso e adeguato alla realtà dei fatti prima della fine della campagna elettorale, accoglieremo con piacere le loro prese di posizione. Ma serve coraggio, il tempo dei compromessi è purtroppo finito".
- Redazione