IGLESIAS. Raddoppio dello stabilimento, con produzione triplicata. O tutti a casa. La Rmw, società del gruppo Rehinmetall padrona della fabbrica delle bombe di Domusnovas finita al centro di una polemica internazionale per le forniture di ordigni all'Arabia Saudita che le usa nella guerra contro lo Yemen, ha depositato al Comune di Iglesias il progetto di raddoppio dello stabilimento: in municipio è arrivata la richiesta di concessione edilizia per la realizzazione dei Reparti R200 e R210. Mentre all'assessorato all'Ambiente della Regione pende ancora il procedimento di sottoposizione a Via del reparto R104, che sembra avere tempi molto più lunghi del previsto.
La posizione di don Ettore Cannavera
L'intervento presentato a Igliesias "consta della costruzione di sei nuovi locali e relative pertinenze, che ospiteranno le attività di miscelazione di materiali esplodenti e del loro caricamento in manufatti esplosivi destinati al mercato della Difesa. Si tratta del potenziamento delle lavorazioni già svolte presso il Reparto R98, attivo dal 2003, tramite l'aggiunta di nuovi reparti e macchinari atti a eseguire il medesimo processo". Saranno utilizzati ulteriori 13 ettari "nel rigoroso rispetto di ogni relativa norma di legge, regolamento o provvedimento dell'autorità inclusa ogni prescrizione vigente in materia di pubblica sicurezza e di prevenzione dei pericoli di incidenti rilevanti", sottolineano da Rwm Italia. L'ampliamento, spiegano dall'azienda, "non comporterà un aggravio degli scenari associati con i pericoli di incidente rilevante, che resteranno i medesimi rispetto alla situazione attuale. Allo stesso modo, la costruzione dei nuovi reparti e le lavorazioni che vi si svolgeranno non avranno, sull'ambiente, riflessi diversi da quelli, puramente ordinari, correntemente prodotti dallo stabilimento".
Uno dei piani di ampliamento
Le contestazioni però sono forti: il comitato per la riconversione dello stabilimento ha presentato un esposto alla procura della Repubblica perché ritiene illegale il commercio di bombe che vengono poi utilizzate sui civili. L'azienda - ma anche i ministri competenti del precedente governo - ha sempre sostenuto che tutte le procedure di produzione e commercio si svolgono nel pieno rispetto delle norme vigenti.
E l'amministratore delegato di Rwm Andrea Sgarzi, in un'intervista alla Nuova Sardegna in edicola oggi, spiega che quello stabilimento è nato per produrre bombe e il "termine riconversione è inappropriato". Insomma, ha spiegato: "Nell'ipotesi inverosimile che non vengano concessi i permessi l'azienda si troverebbe di fronte a una scelta obbligata. Dal momento che i macchinari sono già stati acquistati, dovrebbe spostare le produzioni presso altre società del gruppo, la più grossa delle quali si trova in Sudafrica". Il che significa chiusura dello stabilimento e addio posti di lavoro. Che, dicono dall'azienda, sono centinaia.