BRUXELLES. L'Italia minaccia di far saltare il banco al Consiglio europeo. Al termine della prima giornata di lavori del vertice di Bruxelles il premier Giuseppe Conte punta i piedi con i partner europei annunciando che Roma bloccherà l'approvazione della prima parte del documento conclusivo - dedicato a difesa, innovazione e digitale, lavoro, commercio - senza un previo assenso sulla degli altri Paesi sulla spinosa questione migranti messa sul tavolo proprio da Conte. La linea dura del governo italiano produce subito un primo risultato. La consueta conferenza stampa che i presidenti del Consiglio e della Commissione Ue tengono al termine della prima sessione dei lavori del Consiglio viene annullata: Donald Tusk e Jean Claude Junker - attesi in sala stampa per le 19 - non si fanno vivi, per il momento. Non succedeva dal marzo dello scorso anno.
Conte si dice dunque pronto a porre il veto sulle conclusioni del vertice di Bruxelles - che necessitano l'unanimità per l'approvazione definitiva - se l'Europa non accoglierà la proposta di riforma del regolamento di Dublino e non si impegnerà con i fatti e non soltanto con le parole a prestare aiuto concreto all'Italia, troppo spesso lasciata sola nell'affrontare l'emergenza migranti. Riconoscimento del principio per cui 'quando si arriva in Italia si arriva in Europa', nascita di centri di protezione in Africa, sblocco dell'accordo tra Ue e Turchia sui migranti di pari passo con lo sblocco di fondi per l'Africa: questo è quanto messo sul piatto da Conte che - per tentare di portare a casa il risultato - ha chiesto e ottenuto il supporto del presidente francese Emmanuel Macron. L'accordo italo-francese prevede che "i migranti salvati in mare secondo il diritto internazionale dovrebbero essere presi in carico sulla base di sforzi condivisi, attraverso il trasferimento in centri controllati creati in Stati membri solo su base volontaria". La bozza è ora in discussione tra i 28 partner europei.