ROMA. Un'ora e mezzo di attesa per un un nulla di fatto. Il presidente del consiglio incaricato Carlo Cottarelli doveva salire al Quirinale con la lista dei ministri ma alle 17,25 dalla porta ormai famosa che divide la sala stampa dall'ufficio del presidente della Repubblica non è uscito lui, bensì un portavoce del Capo dello Stato.
"Sono qui a riferirvi", ha detto ai giornalisti che lo hanno circondato, "che il presidente Mattarella e il premier incaricato Carlo Cottarelli si rivedranno domani mattina: Cottarelli ha aggiornato il presidente sulla situazione". Niente ministri, quindi.
#Quirinale: il Presidente #Mattarella riceve il Presidente Incaricato Carlo #Cottarelli #consultazioni pic.twitter.com/0ZQKdyFC28
— Quirinale (@Quirinale) 29 maggio 2018
Intanto prende sempre più corpo l'ipotesi di elezioni a luglio e non a settembre o nella prima settimana di ottobre, come era previsto i caso di mancata fiducia alla squadra di ministri che deve (doveva?) essere presentata dall'ex commissario per la spendig rview. In questo caso a traghettare il Paese verso le elezioni sarebbe il governo Gentiloni. A parlare apertamente del "voto estivo" è il capogruppo al Senato, Andrea Marcucci: "Se c'è l'accordo si può fare". Per Luigi Di Maio, capo politico dei 5 Stelle sarebbe stato "più responsabile far partire il governo, ma siamo pronti ad andare al voto a luglio". La data sarebbe quella del 29. Quindi Cottarelli, anche alla luce del pressing dei partiti, potrebbe rinunciare alla formazione del governo.