ROMA. Volano gli stracci nel Partito democratico. A meno di ventiquattro ore dall'intervista con cui Matteo Renzi ha fatto saltare in aria i ponti faticosamente lanciati nei giorni scorsi verso la sponda Cinque stelle Maurizio Martina si lascia andare a un duro sfogo contro l'ex segretario, pur senza mai menzionarlo: "Ritengo ciò che è accaduto in queste ore grave, nel metodo e nel merito - attacca il reggente - così un partito rischia solo l’estinzione e un distacco sempre più marcato con i cittadini e la società". "Per il rispetto che ho della comunità del Partito Democratico porterò il mio punto di vista alla Direzione Nazionale di giovedì che evidentemente ha già un altro ordine del giorno rispetto alle ragioni della sua convocazione".
A poche ore di distanza è Dario Franceschini a rincarare la dose con un attacco frontale all'ex premier: "È arrivato nel Pd il tempo di fare chiarezza - scrive il titolare uscente dei Beni culturali, a capo della corrente Areadem - dalle sue dimissioni Renzi si è trasformato in un Signornò, disertando ogni discussione collegiale e smontando quello che il suo partito stava cercando di costruire. Un vero leader rispetta una comunità anche quando non la guida più".
E’ arrivato nel Pd il tempo di fare chiarezza. Dalle sue dimissioni Renzi si è trasformato in un Signornò, disertando ogni discussione collegiale e smontando quello che il suo partito stava cercando di costruire. Un vero leader rispetta una comunità anche quando non la guida più.
— Dario Franceschini (@dariofrance) 30 aprile 2018
In questo clima da notte dei lunghi coltelli la direzione convocata per giovedì al Nazareno si preannuncia un redde rationem senza esclusione di colpi. Sulla carta la maggioranza del parlamentino dem - composto da 209 delegati - resta saldamente nelle mani del segretario uscente con 117 renziani ortodossi, 8 orfiniani e 3 delegati ascrivibili a Graziano Delrio. Segue la pattuglia degli orlandiani (32), quella dei franceschiniani (20), la frangia vicina al governatore pugliese Emiliano (14) e quella sparuta dei fedelissimi di Martina (9). Chiudono la fila i tre battitori liberi prodian-veltroniani. Se l'aritmetica non è un'opinione (ma in politica tutto è possibile) il finale gattopardesco è dietro l'angolo.