ROMA. "Siamo disponibili a valutare il fatto nuovo pronunciato dal M5S poche ore fa, cioè la fine di qualsiasi tentativo di un accordo fra Cinque stelle, Lega e centrodestra. Noi abbiamo costruito le nostre valutazioni successive al voto sulla base dello scenario della nostra sconfitta, ma se questo fatto nuovo verrà confermato solennemente e si dichiarerà la chiusura di quella trattativa, la direzione nazionale e il gruppo dirigente del Partito democratico sono pronti a valutare e approfondire questo percorso con spirito di leale collaborazione. L'asse fondamentale di riferimento resta il programma elettorale presentato dal Pd agli elettori il 4 marzo e in particolare le tre sfide per noi essenziali dell'europeismo, del rinnovamento della democrazia rappresentativa e della questione sociale. Siamo davanti a un potenziale passaggio di fase, aspettiamo risposte su questi temi propedeutici a qualsiasi nostra iniziativa".
Così il reggente del Partito democratico Maurizio Martina a margine dell'incontro con il presidente della Camera Roberto Fico a Montecitorio. Prima di essere ricevuto nella Saletta del Presidente insieme agli altri componenti della delegazione Andrea Marcucci, Graziano Delrio e Matteo Orfini, il segretario dem aveva riunito i vertici del partito al Nazareno per fare il punto sulla linea da tenere durante il colloquio esplorativo e tentare una sintesi tra le posizioni dei pasdaran renziani - fermi sull'Aventino - e la frangia sempre più corposa dei governisti.
Alle 18 sarà la volta del Movimento cinque stelle varcare la soglia di Montecitorio per esporre al presidente Fico la ricetta per uscire dallo stallo. Ricetta i cui ingredienti sono già stati predisposti dal professor Giacinto Della Cananea, incaricato nei giorni scorsi da Luigi Di Maio di realizzare una bozza di contratto di governo da presentare ai tavoli delle trattative con Lega e Pd. Il primo sembra ormai irrimediabilmente saltato (ma in politica mai dire mai). Perché il secondo vada a buon fine occorrerà innanzitutto aggiungere una sedia, quella di Matteo Renzi. Sperando che non resti vuota.