ORISTANO. “Non mi dimetto”. Un messaggio forte e deciso che rischia di cadere nel vuoto quello lanciato dal segretario del Partito democratico Giuseppe Luigi Cucca in apertura dei lavori della direzione regionale del partito. Una riunione a porte rigorosamente chiuse, quella di via Canepa, dalla quale il segretario dem rischia di uscire in minoranza a dispetto del congelamento delle cariche auspicato lunedì dal suo omologo nazionale Maurizio Martina: dopo lo scossone dato dall’uscita della componente soriana dalla segreteria anche l’area popolare-riformista Cabras-Fadda, riunita ieri sera a Oristano per fare il punto in vista della direzione di oggi, sta valutando l’opportunità di togliere la maggioranza a Cucca lasciandolo con il cerino in mano.
Un rischio che il segretario dem cerca di disinnescare mettendo le mani avanti in apertura di lavori: “Il calo vertiginoso dal 36,2 per cento del 2008 al 25,15 per cento del 2013 al 14,82 per cento di quest’ultima tornata elettorale – sottolinea Cucca - non può certamente essere attribuito ai nove mesi dell’attuale segreteria” “Capisco – prosegue il segretario - che è più facile cercare un capro espiatorio, che in un momento di smarrimento e di sconforto generale prevalga il nervosismo e si cada nella tentazione di voler addossare a chi sta alla guida tutte le responsabilità. Ma sono convinto che un ragionamento di questo genere non porterebbe un esito favorevole, ma sarebbe quanto di più sbagliato si possa oggi concepire nella situazione generale venutasi a creare”.
Una situazione, spiega Cucca, che è frutto di una crisi di sistema alla quale il Partito democratico non è riuscito a contrapporre argine: “Il Pd ha fallito in questo, poiché non è riuscito a restituire la speranza a chi l’aveva persa e ha lasciato il campo libero a quelle forze politiche che hanno catturato l’attenzione degli elettori con discorsi fondati essenzialmente su ragionamenti populisti e demagogici”.
“Abbiamo attraversato la Sardegna in lungo e in largo, ma la distanza tra noi e l’elettorato era già in atto da tempo. Perciò è stato forse persino velleitario pensare di recuperarla in meno di due mesi”. Una disaffezione da imputare all’errore di prospettiva nell’azione politica della giunta regionale: “Abbiamo dato soluzioni inadeguate all’emergenza, puntando sulle riforme di sistema e sulle politiche ad ampio raggio, in Italia come in Sardegna, anziché dare priorità alle urgenze – ammette Cucca - volando molto in alto, abbiamo probabilmente tralasciato di volgere lo sguardo con la necessaria attenzione ad altre priorità, avvertite dalla popolazione, dalla gente comune, come impellenti urgenze.”
Errori ai quali si aggiungono quelli commessi dal partito nella gestione della partita delle elezioni, dalle alleanze naufragate (come quella ipotizzata per “calcolo meramente utilitaristico mascherato da patto esclusivamente elettorale” con il Psd’Az) alle candidature calate dall’alto perché la Commissione paritaria incaricata di stilare la lista “si è riunita più volte senza tuttavia riuscire a trovare un accordo”.
Come uscire dall’impasse sfruttando la voglia di riscatto e “l’effetto Calenda” provocato dal tracollo elettorale? Ripartendo dai circoli e dal territorio, ritrovando la coesione e l’armonia interna, scommettendo sulle nuove leve del partito, e rilanciando l’azione della giunta Pigliaru a cominciare dalla legge urbanistica: “Il testo che dovrà venire fuori dalla revisione al ddl Erriu, dovrà essere inattaccabile sotto tutti i profili, specie sotto il profilo ambientale e paesaggistico, ma dovrà anche rispondere alle reali esigenze del mercato e del settore turistico in particolare”.
Una missione che sembra quasi impossibile ma che va portata assolutamente a termine entro e non oltre l’apertura del congresso, in programma tra settembre e ottobre, per evitare di subire un’ulteriore – e definitiva – batosta nelle regionali del prossimo febbraio.
Chi guiderà il partito in questa difficile traversata del deserto? “Da parte mia – conclude Cucca – mi metto serenamente a disposizione del Partito stesso e attendo le decisioni che insieme vorremo assumere, tenendo anche conto delle direttive pervenute dal partito nazionale".