CAGLIARI. Porte chiuse e bocche cucite: che sia ExMa o Palazzo Bacaredda la sostanza non cambia. Sarà la Prefettura a sciogliere l’intricata questione che da ormai quasi ventiquattro ore vede contrapporsi CasaPound e il Comune di Cagliari.
Una questione nata dal “no” opposto al partito di estrema destra delle sale dell’ex mattatoio di via San Lucifero da parte del consorzio Camù che ne gestisce gli spazi su concessione comunale: “Una decisione tardiva e immotivata - spiega Edoardo Lecis, candidato nel collegio uninominale di Cagliari alla Camera - con la quale ci hanno negato il diritto di espressione”.
Dopo aver atteso invano che le porte dell’ExMa - presidiate da polizia e carabinieri - si aprissero, in tarda mattinata candidati ed esponenti di CasaPound si sono spostati in Municipio per chiedere di essere ricevuti dal sindaco Massimo Zedda o da un assessore della sua giunta. Ma in piazza Matteotti si è ripetuto lo stesso copione: accesso negato e nessuna risposta.
Sarà dunque la Prefettura, già informata dei fatti, a cercare di rimettere ordine nel pasticcio di via San Lucifero. E mentre CasaPound si rimette al lavoro per organizzare un nuovo evento nella mattinata di sabato - in concomitanza con le celebrazioni della Giornata del ricordo in memoria delle vittime delle Foibe - una cosa è già sicura: “Se ci negano anche la prossima manifestazione non resteremo certamente a guardare”.