GIAVE. "Non ho fatto niente di male, sto solo cercando di applicare la legge". A poco più di ventiquattro ore dal lancio della sua campagna contro le accise sul carburante dal distributore Q8 di Campu Giavesu, la sindaca di Giave Maria Antonietta Uras continua a gettare benzina sul fuoco della nuova polemica targata zona franca: "La zona franca esiste in Sardegna dal 1948, lo hanno stabilito i giudici - commenta Uras - io sto semplicemente facendo applicare la legge". Una legge che tuttavia - ribadiscono ancora una volta dall'Agenzia delle Entrate - stabilisce a livello europeo che sull'Isola non è prevista alcuna zona franca integrale.
Contro la decisione del primo cittadino del Meilogu - sostenuta dal Movimento Sardegna Zona Franca - si scaglia il segretario regionale del Pd Giuseppe Luigi Cucca: "È ora di raccontare ai sardi la verità: la zona franca in Sardegna non esiste, non vi sono né i presupposti giuridici né le condizioni economiche per realizzarla - tuona il segretario dem - è una chimera propagandata da persone che agiscono in mala fede solo per ottenere visibilità e consenso, guarda caso, in piena campagna elettorale, illudendo i cittadini e infondendo speranze irrealizzabili. L’unica soluzione percorribile, prevista dalla legislazione europea e nazionale - prosegue Cucca - è l’istituzione delle Zone economiche speciali, che potranno garantire l’accesso ad agevolazioni finanziarie e fiscali rivolte alle imprese, e non i consumatori".
Repliche arrivano anche da destra, con il coordinatore regionale di Forza Italia Ugo Cappellacci che rilancia: “La verità non è quella di Cucca né quella del sindaco di Giave”. “È dannoso - scrive Cappellacci - alimentare false illusioni perché il tema della zona franca è sacrosanto, vitale e non può essere trattato con superficialità, soprattutto da coloro che hanno dimostrato di avere a cuore questa battaglia". "Non siamo d’accordo con il sindaco di Giave, ma allo stesso tempo è intollerabile che il Pd approfitti di questa azione per negare la possibilità di raggiungere un traguardo che appartiene a tutti i sardi - prosegue - Il cammino non è finito è c’è ancora il ‘muro’ dello Stato centrale tra la Sardegna e il traguardo. Ecco perché la battaglia deve proseguire - conclude il coordinatore azzurro - e dire che l’obiettivo è già raggiunto quando non lo è rischia di fare il gioco di chi non vuole la zona franca”.