CAGLIARI. La Procura di Cagliari ha chiesto il rinvio a giudizio dell’amministratore delegato della società Rwm Italia Spa, Fabio Sgarzi, del responsabile aziendale per la funzione Fabbricati Lavori e Impianti, e di tre tecnici incaricati dall’azienda di redigere progetti e relazioni per i piani di ampliamento della fabbrica di bombe di Domusnovas e Iglesias.
"Un passo importante è stato fatto, il cammino è ancora lungo": commentano così le associazioni di Italia Nostra Sardegna, Movimento Nonviolento, Unione Sindacale di Base Cagliari, Cagliari Social Forum, Confederazione Sindacale Sarda, Assotziu Consumadoris Sardigna, Associazione Centro Sperimentale Autosviluppo, Comitato Riconversione RWM.
Chiesto anche il rinvio per i dirigenti responsabili degli uffici Suap (Sportello Unico Attività Produttive) dei comuni di Domusnovas e Iglesias oltre ad altri due funzionari dei medesimi uffici, che negli anni 2017 – 2019 hanno seguito le pratiche relative agli ampliamenti dello stabilimento RWM. Trenta le violazioni contestate, tutte relative a interventi richiesti, approvati e infine realizzati nel contesto dei piani di ampliamento dello stabilimento RWM.
L’Udienza Preliminare è fissata per il 29 giugno 2022 con il GUP Manuela Anzani.
L’inchiesta ha preso le mosse da una serie di esposti presentati da associazioni, comitati e da singoli cittadini, tra il 2018 e il 2019, nei quali si denunciava il fatto che i lavori di ampliamento dello stabilimento RWM stessero procedendo in violazione di numerose norme urbanistiche, ambientali e di tutela della salute e della sicurezza della popolazione. La Procura ha quindi provveduto ad acquisire la documentazione presente negli uffici comunali, provinciali, regionali e presso la Soprintendenza BBCC e la Prefettura di Cagliari, e in tal modo, non solo ha riscontrato numerose prove delle violazioni segnalate nei ricorsi, ma ha anche potuto rilevare un buon numero di altre violazioni.
La tipologia degli abusi e delle violazioni contestate è molto varia: si va dalle attività di scavo e sbancamento non consentite per decine di migliaia di metri cubi, senza verifica delle soglie di contaminazione delle sostanze inquinanti, senza la necessaria relazione geotecnica e con trattamento scorretto delle terre di scavo, alla mancanza delle necessarie verifiche per il controllo degli incendi, al rilascio di autorizzazioni irregolari per realizzare costruzioni in assenza di una progettazione adeguata (mancano i calcoli per le strutture in cemento armato, la relazione geologica, il parere dei vigili del fuoco). Sono state inoltre autorizzate variazioni di destinazione d’uso di fabbricati, destinati a diventare depositi, anche di materiali pericolosi, con procedure semplificate e irregolari, senza le necessarie autorizzazioni dei Vigili del Fuoco e l’adeguamento della Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e della successiva AUA.
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