CAGLIARI. Gli autotrasportatori minacciano di bloccare tutto: non è più solo un’ipotesi, in Sardegna si susseguono telefonate, riunioni, messaggi che preannunciano lo sciopero e oggi un’assemblea convocata a Tramatza conferma che la situazione si fa sempre più esplosiva. Il motivo è chiaro: il caro carburante, con il prezzo di gasolio e benzina schizzato alle stelle, sta mettendo in ginocchio l’intero settore, già in affanno da mesi. I lavoratori ora valutano iniziative di mobilitazione, e l’allarme sta coinvolgendo tutta la Sardegna. Non solo i trasporti, ma anche il movimento pastori, che tornerà questo sabato in corteo con i trattori insieme ad agricoltori, artigiani e camionisti.
Sulle chat circolano audio di autotrasportatori che parlano di sciopero ad oltranza, da lunedì, e di blocco delle autocisterne che portano il carburante nei distributori. C’è chi invita i cittadini a fare scorte di cibo e medicinali, perché per 15 giorni sarà tutto fermo. Nel caos più totale, alcune tra le più grandi aziende di trasporti sarde non si sbilanciano, non è ancora chiaro chi parteciperà o meno allo sciopero. Ma di certo qualcosa si muove e il rischio non è tanto quello di un blocco generalizzato del comparto, ma di proteste che partono da singoli autotrasportatori e che potrebbero poi scatenare una reazione a catena. Come successo in questi giorni in Puglia, con sit-in organizzati e blocchi su strade statali e autostrade.
Intanto gli effetti dell’embargo sui prodotti energetici provenienti dalla Russia si fanno sentire: il prezzo del diesel ha superato la benzina. L’allarme lo lancia anche Alessandro Vinci, presidente del Fiarc, Confesercenti di Cagliari, denuncia le difficoltà degli agenti di commercio, che quotidianamente utilizzano l’auto per lavorare e percorrono in media 50mila km annui. L’appello è rivolto al governo: è necessario un intervento straordinario e rapido.
Alcuni supermercati dell’Isola, nel frattempo, sono stati presi d’assalto: è l’effetto psicosi dopo la comparsa di una serie di foto con cartelli affissi negli scaffali che avvisavano del limite massimo di due pezzi per cliente per le bottiglie d’olio. È scattata la corsa alla spesa.