SASSARI. È attesa per oggi - ma potrebbe slittare a domani - l'udienza di convalida dell'arresto del leader indipendentista catalano Carles Puigdemont. L'ex presidente della Generalitat de Catalunya, ora assistito dall'avvocato Agostinangelo Marras, è stato fermato ieri dalla polizia italiana all'aeroporto di Alghero, per essere trasferito nel carcere di Bancali a Sassari, in esecuzione di un mandato di arresto internazionale spiccato dalla Corte Suprema spagnola "per reati contro l'ordine e la sicurezza pubblica nazionale".
Puigdemont, ora eurodeputato, è stato il principale promotore del referendum per l'indipendenza della Catalogna del primo ottobre del 2017: era sfuggito all'arresto rifugiandosi in Belgio. Eletto al parlamento europeo, si è visto rigettare l'immunità dall'assemblea continentale. Sbarcato ad Alghero, dove avrebbe dovuto partecipare a incontri pubblici sull'identità catalana (Alghero è un'enclave) per poi prendere parte a una riunione con gli indipendentisti della Corona de Logu, è stato ammanettato a tarda sera.
E fin da subito sono piovute dichiarazioni di solidarietà da parte del mondo indipendentista e autonomista della Sardegna.
"La decisione delle autorità italiane di arrestarlo è stata adottata in base allo stesso ordine di cattura europeo che la Spagna ha presentato al Tribunale Generale dell’UE ma che però è poi stato sospeso", hanno subito preso posizione Irs e Progres, che hanno chiesto "l’immediata liberazione".
"L’arresto in Sardegna dell’indipendentista catalano Carles Puigdemont rattrista e addolora l’intero popolo sardo", è il commento del presidente del partito sardo d'Azione, Antonio Moro, "Mortifica la tradizione indipendentista e la storia centenaria del Psd'Az, da sempre alleato dei partiti e dei movimenti nazionalitari che si battono per l’autogoverno in Catalogna e nelle altre nazioni senza Stato. La Sardegna, terra del confronto e di pace tra i popoli", prosegue Moro, "oggi appare nelle cronache come l’Isola dove la polizia italiana, su mandato della magistratura spagnola ha messo le catene al diritto alla libertà e all’indipendenza del popolo catalano. Un rigurgito di quell’antistorico centralismo che auspichiamo possa essere spazzato via da un oceano di indignazione e di pacifiche proteste che, a partire dalla Sardegna, possano riaffermare i valori della pace, della giustizia, della libertà e dell’autodeterminazione dei popoli".
Per il coordinatore della Lega in Sardegna, Eugenio Zoffili, l'arresto "rappresenta una gravissima ferita per lo stato di diritto italiano ed europeo. La giustizia spagnola ha condannato Puigdemont sulla base di un reato - il reato di sedizione - che non esiste in nessun ordinamento democratico e che rappresenta un capo di accusa palesemente persecutorio e di natura strettamente politica. È bene ricordare che il referendum del 1° Ottobre 2017 è stato deliberato da un organo legittimamente eletto, in piena coerenza con il mandato elettorale conferito dai cittadini catalani", ricorda Zoffili, "Per questa ragione la Germania ha già negato l'estradizione in una circostanza analoga a quella che viviamo oggi. Lo stesso faccia la giustizia italiana: non sia complice di questa nuova inquisizione e respinga l'estradizione richiesta dalla Spagna, rimettendo al più presto in libertà un europarlamentare e un uomo politico che pacificamente ha sempre e solo testimoniato l'attaccamento ai valori di libertà e autodeterminazione dei popoli".
Si chiude con "Visca Catalunya Lliure!" la nota inviata da Liberu, che "esprime tutta la sua indignazione per questa vergognosa operazione, che vede la polizia italiana prestarsi ad operazioni di repressione contro chi lotta per la libertà e l’autodeterminazione del proprio popolo. Nell’esprimere solidarietà al Presidente e all’intero popolo catalano, ne chiede l’immediata liberazione".
A seguire il sit in convocato davanti alla Corte d'Appello di Sassari c'è il leader di Sardigna Natzione, Bustianu Cumpostu.
- Redazione