OLBIA. “Tre giorni prima del live ho fatto piazzare un piccolo palco sotto la ruota panoramica di Olbia: i primi due giorni dovevano esibirsi vari artisti locali, poi io, a sorpresa. Il tutto è stato organizzato ovviamente sotto falso nome, infatti nella locandina per il terzo giorno c’era scritto DJ Triplo”. Salmo non ci sta. Travolto dalla bufera di polemiche e accuse da parte di colleghi del mondo della musica e della politica, ha deciso nella tarda serata di ieri di rompere il silenzio e spiegare come sia stato possibile organizzare il concerto della discordia. Quello a cui hanno partecipato almeno 3mila persone, all'aperto sì, ma assembrate e senza mascherine.
“Il Comune non aveva la minima idea di chi fosse DJ Triplo e non sapeva di trovarsi davanti 3-4000 mila persone. Ho comunicato posto e orario tramite messaggio, come si faceva una volta", ha continuato nelle sue storie di Instagram.
"Quali sarebbero le regole che ho infranto? Le regole per i concerti sono patetiche", ha detto, "perché dentro il concerto ti devi regolare in una certa maniera poi esci fuori dal recinto e fai il c*** che ti pare. A me non va di fare un live con le persone sedute e distanziate e con le mascherine. Io non ci sto. Mi sono battuto per le mie idee perché le regole non vanno bene”.
Poi l'attacco ai colleghi che lo hanno criticato: "Dovevate fare tutti così. Sappiate che per voi è una sconfitta artistica. A voi della musica non ve ne frega nulla".