CAGLIARI. Anche la Protezione civile della Sardegna è in stato di allerta: l'Isola rientra in tre possibili traiettorie di caduta del razzo cinese PRC CZ-58 R/B, che sta viaggiando verso la Terra senza alcun controllo.
Il 29 aprile scorso è stato lanciato in orbita il primo modulo di una stazione spaziale della Repubblica Popolare Cinese. "Sembra che il secondo stadio del lanciatore sia stato lasciato in un'orbita bassa da cui è previsto decadrà in atmosfera nelle prossime ore. Lo stadio ha una massa di circa 18.000 kg, una lunghezza di circa 32,2 me un diametro di 5,0 m", fanno sapere dalla centrale operativa di via Biasi.
"Sulla base dell'ultimo comunicato dell'Agenzia Spaziale Italiana, emesso alle ore 21:01 del 7 maggio 2021, la previsione di rientro sulla terra del vettore PRC CZ-5B R/B è al momento stimata per le ore 02:24 ore locali del 9 maggio, con una finestra temporale di incertezza di ± 6 ore. In questo arco temporale, sono tre le traiettorie di caduta dei frammenti che potrebbero coinvolgere l'Italia, all'interno della fascia di dispersione che interessa porzioni di nove regioni del centro-sud, compresa la Sardegna", continua la nota ufficiale, "La finestra temporale e le traiettorie di impatto al suolo saranno soggette a continui aggiornamenti perché legate al comportamento del vettore PRC CZ-5B R/B e agli effetti che la densità atmosferica e l'attività solare imprimono su questo. Si ricorda che eventi di questo tipo e casi reali di impatto sulla Terra, e in particolare sulla terraferma, sono assai rari e pertanto non esistono comportamenti di autotutela codificati in ambito internazionale da adottare a fronte di questa tipologia di eventi".
Tuttavia, sulla base delle informazioni attualmente rese disponibili dalla comunità scientifica, "è possibile fornire, pur nell' incertezza connessa alla molteplicità delle variabili, alcune indicazioni utili alla popolazione affinché adotti responsabilmente comportamenti di autoprotezione qualora si trovi nei territori potenzialmente esposti all' impatto:
1. è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, che sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi
aperti. Si consiglia, comunque, di stare lontani dalle finestre e porte vetrate;
2. i frammenti impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i sola sottostanti, così determinando anche pericolo per le persone; non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle singole strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici;
3. all'interno degli edifici i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell'eventuale impatto sono, per gli edifici in muratura, sotto le volte dei piani inferiori e nei vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi), per gli edifici in cemento armato, in vicinanza delle colonne e, comunque, in vicinanza delle pareti;
4. è poco probabile che i frammenti più piccoli siano visibili da terra prima dell'impatto;
5. alcuni frammenti di grandi dimensioni potrebbero sopravvivere all'impatto e contenere idrazina (*). In linea generale, si consiglia a chiunque avvistasse un frammento, senza toccarlo e mantenendosi a una distanza di almeno 20 metri, di segnalarlo immediatamente alle autorità competenti".
- Redazione