DORGALI. "Chi ha messo i dipendenti pubblici in smart working, a casa? Sapete che fanno una percentuale di lavoro irrisorio, non possono essere controllati: è chiaro che c'è un rallentamento, se si lascia la gente a casa". L'assessore regionale al Turismo Gianni Chessa spiega così, durante un intervento al consiglio comunale di Dorgali, la lentezza nelle risposte della macchina amministrativa regionale rispetto alle richieste di una società in crisi in numerosi settori a causa del Covid. Chessa sostiene che "se uno ha bisogno d'acqua oggi, non gliela puoi dare tra sei mesi: quello muore di sete".
"Io e il mio staff siamo qua, in ufficio, non abbiamo saltato un solo giorno. Perché gli altri devono stare a casa? Manca il personale che faccia le pratiche, e lo scotto lo paga il cittadino a cui servono i soldi. L'impiegato ha i soldi, alcuni ci hanno preso gusto a stare a casa". L'assessore aggiunge anche un ulteriore elemento: "Gli impiegati hanno continuato a percepire i buoni pasto anche lavorando da casa. I sindacati hanno difeso i loro diritti, mai i doveri".
Parole, quelle di Chessa, che hanno scatenato la polemica. Il presidente del Psd'Az, suo partito, Antonio Moro, gli si scaglia contro: "Contieniti e porta rispetto a chi lavora e a chi si impegna per la Sardegna dopo aver studiato, fatto i sacrifici e fatto i concorsi. Ora basta", scrive rivolgendosi all'assessore.
Attaccano anche i Progressisti: "Se la macchina amministrativa è andata avanti, con tutte le difficoltà del caso dovute alla pandemia, è grazie al lavoro quotidiano di chi ha svolto le proprie mansioni anche con il lavoro a distanza. Risultati raggiunti realmente, non le bugie raccontate con comunicati e annunci dalla Giunta e dal presidente", si legge in una nota, "Se l'obiettivo delle dichiarazioni dell'assessore durante il Consiglio comunale di Dorgali era invece quello di migliorare la strada verso l'approvazione della legge sul poltronificio in discussione in Consiglio regionale, è necessario ricordargli che non è bene sputare sul piatto in cui si mangia: gli assessori passano, i lavoratori restano".
Chessa spiega che "le mie parole non possono offendere nessuno, ho spiegato qual è la situazione di difficoltà della Regione nel dare risposte ai cittadini. E qualcuno che mi attacca è dipendente del consiglio regionale".