ROMA. Nessuna regione in zona rossa. Quindi nemmeno la Sardegna, che nonostante la conferma del "rischio alto" dovrebbe passare in arancione da lunedì. Sono le anticipazioni sull'esito del monitoraggio della cabina di regia nazionale sull'andamento dell'epidemia. L'Rt nazionale scende a 0,81. Quello della Sardegna, stando a quanto anticipato ieri dall'assessore alla Sanità Mario Nieddu, sentito in commissione in consiglio regionale, dovrebbe essere al di sotto dell'1 (0,98, quini in teoria indicherebbe addirittura un parametro da zona gialla). Si attende, per la mattinata, l'ufficializzazione della decisione.
L'incidenza settimanale dei nuovi casi ogni 100mila abitanti nell'Isola, nella settimana presa in considerazione dal monitoraggio (fino al 18 aprile) è stata al di sotto dei 130. Anche se resta alto l'indice di prevalenza, ossia il numero di attualmente positivi (in tutto quasi 18mila): sono oltre mille ogni 100000 abitanti, quarta regione in Italia.
Ma comunque numeri da zona arancione, perché il tasso di occupazione dei posti letto è al di sotto delle soglie di rischio imposte dal decreto. Le terapie intensive sono al 25% oggi (sono arrivate al 29% all'inizio della settimana, a un passo dalla soglia di pericolo del 30).
Da lunedì, quindi, se dovesse essere confermata l'anticipazione, riapriranno i negozi e i saloni di parrucchieri. Bar e ristoranti dovrebbero continuare con il solo asporto. Sarebbe comunque un passo in avanti: non essendo previsto il doppio salto di fasce di restrizioni, la conferma della rossa avrebbe comportato l'ipotesi di passaggio in gialla solo fra tre settimane. Così, se l'andamento dei contagi dovesse rallentare, si avvicinerebbe l'allentamento dei vincoli sulla vita di tutti.
(La foto è di Dietrich Steinmetz)