CAGLIARI. Pochi avevano in mano il certificato di negatività o di avvenuta vaccinazione. Così ecco che i passeggeri in arrivo a Cagliari da Roma e Milano con i primi voli dall'entrata in vigore del nuovo regime di controlli in Sardegna si sono messi in fila e hanno atteso il loro turno per sottoporsi al test anti Covid, nella postazione allestita al Mario Mameli. L'alternativa era trascorrere 10 giorni in quarantena o, obbligatoriamente, pagare di tasca un tampone entro 48 ore.
Il filtro funziona, e le procedure sono state snelle, come hanno dichiarato gli stessi passeggeri, sono state snelle. “Massimo 15 minuti, è giusto fare il tampone, complimenti alla Regione Sardegna”, questa è stata la voce unanime di tutti.
Ed è stato un successo anche per l’Ats. “Abbiamo messo in campo circa una ventina di operatori”, spiega Vincenzo Serra della direzione generale Ares Ats, “è chiaro che in questi giorni il flusso sarà numeroso perché molti non sono a conoscenza dell’ordinanza del presidente, però in 40 minuti abbiamo smaltito due aerei con quasi 300 passeggeri. Questo ci dà la garanzia di poterci presentare al mondo come regione sicura”.
Una squadra di circa 20 operatori dell’Ats, altrettanti gli operatori della Sogaer più i volontari della Protezione Civile, con le scorte di tamponi che vengono continuamente integrate a seconda del bisogno.
Primo test quindi superato, ma dall’Ad di Sogaer Renato Branca, arriva un consiglio per chi deve arrivare in Sardegna: “ Anche ai passeggeri che intravedo, dico di ricorrere al tampone prima di arrivare nell’Isola, in modo da evitare anche quel minimo assembramento. Ormai in tutte le grandi città sono disponibili i tamponi rapidi, e con il certificato si evita la fila e si passa in una corsia preferenziale”.