CAGLIARI. La Sardegna va verso il lockdown. Totale o morbido, non è stato ancora deciso. Finora è certo solo che il presidente della Regione Christian Solinas attraverso una nota ufficiale ha comunicato che in caso di aumento esponenziale dei contagi verranno adottati "provvedimenti drastici", come uno "stop&go di 15 giorni" che comporta "la chiusura delle principali attività e di porti e aeroporti" per arginare la circolazione del virus.
Ma prima della decisione finale il governatore ha deciso di aprire al confronto. Questa mattina si è riunita in videoconferenza l'assemblea dei capigruppo in consiglio regionale: hanno partecipato i rappresentanti di maggioranza e opposizione. Tema: cosa fare. E, in caso di blocco totale, quali possono le conseguenze immediate e le azioni per sostenere chi non potrà lavorare. Un confronto, prima di firmare ordinanze.
Il punto della situazione in Sardegna nel nostro notiziario
"L'opinione generale è che una chiusura potrebbe essere opportuna", ha fatto sapere Franco Mula, capogruppo del Psd'Az, "valutiamo bene per capire quali potranno essere risultati e conseguenze". Collegato anche il capogruppo di Fratelli d'Italia Francesco Mura: "Si è discusso su quali possano essere le azioni da intraprendere per evitare che anche il sistema sanitario vada in sofferenza totale: si sono registrate criticità, bisogna intervenire per dare garanzie ai sardi".
Se la strada sembra essere già tracciata, ulteriori elementi arriveranno dopo una nuova riunione, convocata per domani: verrà sentito il parere del comitato tecnico-scientifico, che offrirà le sue valutazioni e proporrà le misure da adottare.
Nessuna certezza nemmeno sui tempi. Perché ogni decisione deve fare i conti con le elezioni: domenica e lunedì si vota in 156 comuni della Sardegna, Nuoro e Quartu compresi. E andranno alle urne decine di migliaia di sardi. Salvo paura. E sorprese, al momento non prevedibili.