CAGLIARI. Momenti concitati questa mattina a Marina Piccola. Una donna accusa alcuni agenti della polizia municipale di averla aggredita durante un controllo. È finita a terra, circondata da alcuni vigili. Che stando a quanto riferito dal comando hanno agito dopo che lei si era rifiutata di mostrare i documenti: "Non capivo perché avrei dovuto farlo". Intorno c'erano numerosi testimoni, qualcuno ha ripreso la scena. E quelle immagini potrebbero essere utili per ricostruire un episodio al momento controverso, che rischia di avere pesanti strascichi, anche giudiziari. Il comandante della polizia locale di Cagliari, Mario Delogu, già assicura: “Il cittadino è obbligato a dare le proprie generalità, si prende le responsabilità conseguenti al suo rifiuto”.
Lei, A.R., racconta che si trovava a Marina Piccola perché il figlio fa attività sportiva lì. "A un certo punto ho visto quattro poliziotti con un ragazzo di colore. Gli avevano appena fatto una multa e lui stava andando via dalla spiaggia. Ha chiesto di ricevere di nuovo i suoi documenti, che avevano ancora gli agenti", spiega, "Uno di loro si è avvicinato a me chiedendo i miei, di documenti. Mi accusava del fatto che stessi filmando la scena. Io mi sono sentita impaurita, aggredita, verbalmente e psicologicamente". Lei non ha fornito le generalità. Così, racconta ancora, "sono arrivati anche gli altri tre colleghi. Mi hanno accerchiato, mi sentivo braccata".
Stando al racconto di A.R. la tensione è salita subito: "Mi hanno presa per i polsi. Cercavo di divincolarmi, sono caduta, tutti stavano riprendendo. Con un’altra mamma ci siamo strette e unite, un’altra mamma è intervenuta, io volevo sapere quale fosse la motivazione per la quale volessero i miei documenti. Con la mamma siamo entrate al Windsurf club, dove c’erano i bimbi, il ragazzo di colore è venuto in mia difesa. Siamo entrati e c’era il professore di mio figlio. Loro mi dicevano che mi avrebbero portata in questura. Nel frattempo sono arrivati altri 3 agenti per aiutare i loro colleghi, in tutto erano 7 o 8, tutti verso di me". La donna racconta che anche un istruttore del figlio, intervenuto in suo soccorso, avrebbe subito uno spintone: "Ha battuto la testa nella caduta", assicura lei. Lo stesso agente "mi ha ripresa per i polsi, come se mi volesse ammanettare. Stavo per svenire, è intervenuta l'ambulanza".
Ad A.R sarebbero stati prescritti sette giorni di cure: "Sono sotto choc, ho le braccia piene di lividi". Alla scena avrebbero assistito anche molti ragazzini.
I vertici della Municipale sono informati sulla vicenda. E al momento il comandante Delogu, nel difendere l'operato degli agenti, spiega che chi rifiuta di fornire i documenti "si prende le responsabilità conseguenti al rifiuto".
- Monica Magro