GONNOSTRAMATZA. Poche parole, ma chiare. Perché loro di parole ne hanno sentite tante e si sono stufati. I pastori della Sardegna a testa alta si sono rivolti al vicepremier Luigi Di Maio con frasi dirette durante l'incontro a Gonnostramatza. Maria, allevatrice da una famiglia di allevatori: "Ora servono fatti. Una legge chiara, che stabilisca il prezzo del nostro prodotto. Noi siamo nelle mani, lo dico perché in pubblico non si è mai detto, della mafia del cartello del latte. Gli ammassi che si sono inventati? Non esistono: sappiamo quanto produciamo, non ci vuole la scienza. Non vogliamo il reddito di cittadinanza: vogliamo far vivere le nostre attività. Ma attenzione: se l'antipolitica si fa politica, non se ne esce. Fatti, servono fatti".
Le ha fatto eco Nenneddu Sanna, di Orune: "Non vogliamo assistenzialismo, niente di tutto questo. Non ci interessa: al pastore non va tolta la dignità. Il latte viene pagato 60 centesimi al litro, a noi produrlo costa un euro al litro. Stiamo in campagna solo perché c'è ancora la passione". Poi la minaccia, ironico: "Altrimenti mandiamo le pecore in cassa integrazione".