CAGLIARI. Debutto in anteprima nazionale per "Degen(d)eration. Il fantasma della Tribade". Lo spettacolo di Francesca Falchi, in partenza per il festival "In Scena" di New York, debutterà sabato alle 21 a Cagliari nello spazio Max Intrepidi Monelli di via Sant'Avendrace 100.
In DEGEN(D)ERATION - Il fantasma della tribade (evento speciale del Festival In Scena New York 2018 e seconda tappa del progetto “Lesbiche e totalitarismi”), Francesca Falchi traccia un ritratto della condizione delle lesbiche in epoca fascista, ironizzando sul binomio moglie-madre, tanto caro alla propaganda, binomio che non lasciava spazio a nessuna alternativa.
Il testo teatrale contiene in sé il racconto delle storie lesbiche taciute, rimosse, punite perché non “ammesse” da un regime che manipolava l’immagine della donna fino a convincerla di un dualismo “naturale” che ne limitava l’azione, soffocava le aspirazioni, schiacciava le emozioni “non convenzionali”.
A partire dal Manifesto della Donna Futurista di Valentine de Saint Point, il testo ricostruisce la progressiva riduzione degli spazi di autonomia (compresa quella sessuale) della donna durante l’epoca fascista, dove la priorità della conservazione della “razza” porta a sostenere che “si devono separare nettamente le mansioni dei due sessi, evitando l’eccessiva cultura femminile, le occupazioni e i diporti riservati agli uomini, se non si vogliono creare degli ibridi (lesbiche) inadatti alla vita sociale” (Cesare Serono, L’importanza del fattore femminile nella conservazione della razza, citato da Nicoletta Poidimani).
I discorsi di Mussolini e della Chiesa inneggianti al binomio moglie e madre (il lavoro delle donne costituiva un elemento di svirilizzazione e castrazione dell’uomo e di mascolinizzazione della donna, Maria Antonietta Macciocchi cit. da Poidimani) si intrecciano con i racconti delle protagoniste, che cercano di ritagliarsi uno spazio di autonomia nel quotidiano, nel tentativo di non tradire le proprie inclinazioni (a cui spesso non riuscivano neanche a dare una definizione, mancando una “cultura” lesbica condivisa) seppur nell’invisibilità (il fantasma della tribade appunto).