In Sardegna

A messa in pochi, con mascherina e guanti: la Chiesa prepara la fase 2

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CAGLIARI. Ingressi contingentati, mascherine e guanti, limitazioni anche per l’eucarestia. Anche la Chiesa si attrezza per la fase due. La Conferenza episcopale italiana sta studiando un piano per far tornare i fedeli a pregare davanti all'altare, lo presenterà al ministero dell’Interno entro questo fine settimana. La vita ecclesiale potrebbe riprendere dopo il 3 maggio con numeri contingentati dei fedeli che saranno muniti di mascherina e guanti. Ci sarà il rispetto delle distanze, l’igienizzazione dei locali, ma sarà anche vietato scambiarsi il segno di pace e  si dovrà accogliere l’eucarestia solo sulla mano (misure già messe in campo ancora prima della chiusura delle chiese alle messe).

“Le chiese hanno caratteristiche differenti tra loro per dimensioni e disposizioni, dei banchi e dei singoli posti”, ha spiegato Don Giulio Madeddu, direttore dell’Ufficio comunicazioni della Diocesi di Cagliari, “le chiese non sono chiuse, si può entrare a pregare, questo non è mai venuto meno, ma ciò che è mancato è la celebrazione pubblica”. E anche se di questi tempi chi più chi meno, si è attrezzato con le dirette delle messe celebrate in solitudine dai parroci, ciò che manca di più alla chiesa è la presenza dei fedeli e l’ultimo saluto ai defunti.

“Molti si sono attrezzati con tutti gli strumenti che ci mette a disposizione la tecnologia”, dice Don Giulio Madeddu, “ma non si può ricevere il corpo di Cristo, e soprattutto uno degli aspetti che più ha gonfiato di tristezza il cuore è quello legato all'ultimo saluto dei cari”.