CAGLIARI. Follow the money, dice il manuale del buon investigatore. Segui i soldi. In Sardegna invece gli inquirenti, per ricostruire i reati seguivano l'ingegner Tore Pinna di Desulo, l'uomo considerato al capo della cupola della corruzione negli appalti di numerosi comuni ed enti della Sardegna. Pinna è coinvolto anche nell'inchiesta della Guarda di Finanza di Cagliari e Oristano che ha portato all'arresto dell'ex sindaco di Quartu, ora consigliere comunale, ed ex amministratore dell'Enas Davide Galantuomo, assieme all'ex portiere del Cagliari Renato Copparoni. LA VICENDA RICOSTRUITA QUI. I rapporti fra i tre erano finiti anche nelle carte dell'inchiesta sulla sindacopoli che tra il 2015 e il 2016 ha portato a una raffica di arresti tra amministratori e professionisti di tutta l'Isola: una cupola degli appalti.
E proprio seguendo Pinna i carabinieri della compagnia di Tonara, che monitoravano i suoi telefoni e gli spostamenti, sono finiti in via Caprera, sotto la sede dell'Enas. Era l'8 agosto del 2014. Nelle carte dell'inchiesta gli investigatori dell'Arma annotano che intorno alle 11,30, nella strada al centro di Cagliari, viene notato il professionista desulese mentre parla con un'altra persona. Che si allontana. Poco dopo, intorno alle 12,51, ecco "un'altra persona d'interesse" che arriva a bordo della sua Skoda Octavia nera: è Renato Copparoni. Un incontro di pochi minuti, nello studio di Pinna.
Anche i telefoni dei due sono sotto controllo, come quello di Galantuomo. Dal 29 luglio 2014 sono state autorizzate le intercettazioni su Copparoni. L'ex rossoblù finisce nelle carte dell'indagine sulla sindacopoli perché nei giorni precedenti ha incontrato spesso Pinna. Il suo ruolo, per gli investigatori, s'intreccia con quello di Davide Galantuomo, allora commissario dell'Enas (Ente acque della Sardegna): anche lui intercettato, da quando Pinna ha assicurato che grazie al suo ruolo gli avrebbe fatto accaparrare un appalto di progettazione per 50 mila euro (anche se gli investigatori scrivono 50 milioni). Tutto parte da qui. Oggi gli arresti. Perché già allora, secondo la Procura, si riferivano alla realizzazione di un impianto fotovoltaico nella zona industriale di Nuoro. Roba da 9,5 milioni, gestita con le mazzette.