Sono i componenti dell'equipaggio dell'elisoccorso che ha caricato lei e la bambina a Solanas - atterrando in piazza, tra alberi e tralicci - e quelli dell'equipe che l'ha presa in carico all'ospedale Brotzu, dove la piccola è stata trasportata e curata. Al meglio. Perché la donna è qui a raccontare, dopo il terrore. E riportiamo il testo - scritto di getto, col cuore in mano - che ha voluto scrivere sul gruppo Elisoccorso Sardegna. Per dire grazie.
Nessun genitore dovrebbe provare l'impotenza di non riuscire a salvare il proprio bimbo... nessun genitore dovrebbe leggere il terrore nel proprio compagno/a ,nessun genitore dovrebbe trovarsi a pregare ad alta voce cercando disperatamente aiuto in uno sguardo estraneo.. attendere minuti interminabili un'ambulanza ...minuti che sembrano un'eternità ma che invece sono stati fondamentali e tempestivi per prestare un primo soccorso alla mia bambina (Villasimius-solanas)... pregare sperare e stringere al proprio petto la propria creatura supplicandola di non abbandonarci...
Nessun genitore dovrebbe vedere il terrore negli occhi dei propri ragazzi e non riuscire a rassicurarli perché stai andando nel panico più totale.... ieri è stata la più brutta giornata della mia vita .. in pochi minuti mi sono sentita persa smarrita impotente, stringevo a me mia figlia e la pregavo di resistere e di non lasciarmi perché non ce l'avrei fatta a perdere anche lei... chiedevo aiuto a Dio a mio suocero di stare accanto a mia figlia, di farle superare la crisi che stava avendo ma di non portarmela via..
In un'attimo mi sono trovata seduta legata al seggiolino dell'elisoccorso con un paramedico che mi dava istruzioni mentre un altro medico che collegava mia figlia al monitor dei battiti cardiaci e la iperventilava , l'ha adagiata con delicatezza e velocità sulla lettiga dell'elisoccorso sabilizzandola e non perdendo un suo respiro..fissavo il corpicino privo di sensi di mia figlia e il monitor per controllare i suoi battiti, raccogliendo tutta la forza che mi rimaneva in corpo, e mi sono ritrovata ancora una volta a PREGARE nostro Signore di non portarmela via invocando mio suocero, guardando i gesti che si facevano i due medici che stavano aiutando la mia bambina ad uscire da quella crisi convulsiva...
Vedevo che si parlavano nelle cuffie, nelle mie il silenzio assordante del nulla... il terrore che mi percorreva ha prevalso sul mio terrore di volare, sul terrore dell'altitudine e della claustrofobia .. nessun attacco di panico che sicuramente in altre circostanze avrei avuto. Arrivati a Cagliari in pochi minuti mia figlia era ancora esanime... la chiamavo la pregavo ma lei era caduta in uno stato catatonico. . Ci sono volute parecchie ore prima che riuscissi a stringerla nuovamente tra le mie braccia .. oggi Dio ha ascoltato il mio grido disperato.. oggi non ha voluto privarmi del suo amore..
- Redazione