CAGLIARI. Questi sardi, che gente. Non pensano che quelle gigantesche torri eoliche porterebbero circa 40 posti di lavoro "che in Sardegna contano più che altrove". Non solo: pensano che sia "più importante tutelare i nuraghi della zona evitando di impattare sulla vista della vicina Basilica di Saccargia che rispettare gli obiettivi condivisi dal governo con la Commissione Ue indicati nella nuova strategia energetica nazionale".
I virgolettati sono tratti da un articolo del Corriere della Sera online, pubblicato il 3 gennaio, che difende "a tastiera di computer tratta" il progetto della Erg per la riqualificazione del parco eolico tra Nulvi e Ploaghe. Repowering, si chiama. La foresta eolica esiste già e conta 51 pale. Secondo il piano proposto le torri delò vento diventerebbero 27, ma l'altezza passerebbe da 76 metri a 180. Troppo, anche per il Tar della Sardegna, che ha bocciato l'investimento da 130 milioni di euro sulla base del ricorso presentato da ministero dei Beni culturali, Regione e Soprintendenza.
"Il nuovo progetto", si legge nel provvedimento del Tar, "ha evidenziato elementi di alterazione non compatibile con la conservazione dei valori tutelati". Gli aerogeneratori proposti sono risultati "fuori scala rispetto alla morfologia del paesaggio, presentando un grado di incidenza assai maggiore rispetto all'impianto esistente. La realizzazione dell'intervento di repowering su impianto preesistente determinerebbe la creazione di un impianto eolico di grande taglia radicalmente diverso e ben più invasivo".
Parole dei giudici amministrativi, che verranno di certo impugnate davanti al Consiglio di Stato. Gli interessi in gioco sono altissimi. Tanto che anche il Corrierone schiera l'artiglieria pesante. E nell'articolo, oltre a biasimare questa tendenza che pare tutta sarda di opporsi all'impianto delle pale, si sottolinea anche che "Quel che però spaventa è che i piani di investimento di aziende come la Erg sono appesi alle valutazioni di almeno una ventina di enti che determinano un orizzonte tra i cinque e i sette anni per l’approvazione di un parco eolico". Fastidiosi, questi che si oppongono in una regione che è autosufficiente sul piano energetico.