CAGLIARI. "Perché i medici del reparto Infettivi del Santissima Trinità non sono stati i primi a essere vaccinati contro il Covid?". Tanti, pare, hanno posto questa domanda a Goffredo Angioni, che all'ospedale di Is Mirrionis, fin dall'inizio dell'epidemia scelto come fortino contro il virus a Cagliari, fa l'infettivologo. E lui confessa: "Un po' ci siamo rimasti male".
Tra i primi a vedersi somministrate le dosi due dipendenti del Brotzu. E anche sei infermieri del Santissima. Angioni si lascia andare a una riflessione: "Innanzitutto", è la premessa, "festeggiamo un successo straordinario che la comunità scientifica ha raggiunto in brevissimo tempo, un successo di cui tutti beneficeremo in tempi più o meno rapidi. In secondo luogo mi ha fatto un sincero piacere vedere un infettivologo (che ha trascorso la carriera lavorativa da noi) ed un'infermiera essere vaccinati per primi, perché i simboli sono importanti".
Poi arriva al dunque: "Proprio perché i simboli sono importanti non nego che ci siamo rimasti male: pensavo che avrebbero chiesto a noi degli Infettivi (o ai grandi amici delle Malattie Infettive di Sassari) di rappresentare questa terribile annata. Perché per un mese (marzo 2020) siamo stati gli unici a ricoverare pazienti Covid, perché da marzo abbiamo avuto personale sanitario che non ha guardato a riposi od orari, perché abbiamo fatto formazione, perché pensiamo di essere un valore aggiunto per Ats. Invece nulla".
L'intento di Angioni non è polemico: "Nessuna polemica", puntualizza, "verremo vaccinati a brevissimo giro insieme a tutti gli altri amici del Santissima, ma oggi, negli occhi dei miei collaboratori, ho visto dispiacere ed un po' di amarezza. Domani sarà già passata ma i simboli sono importanti".