ORISTANO. "Ho aspettato nove giorni a casa con la febbre per non lasciare i miei figli piccoli soli, poi ho dovuto chiamare il 118: meglio una mamma lontana e viva che vicina e morta". Dal suo letto d'ospedale Denise, ricoverata per Covid a Oristano, trova la forza di raccontare cosa succede a chi questo virus lo sta combattendo in prima persona. Lei, 39 anni e mamma, ha scoperto di essere positiva al coronavirus pochi giorni fa, dopo una brutta febbre che non accennava a scendere. Ora, lontana dai suoi figli e da tutti i suoi affetti, racconta il suo calvario e l'attesa al pronto soccorso di Oristano in attesa del ricovero effettivo in un reparto Covid dell'ospedale, avvenuto solo ieri.
"Ho sostato in barella con un bidone della spazzatura come comodino per una notte", racconta Denise sui social, "a me è andata bene, la mia attuale compagna di stanza con due polmoni compromessi in quella barella ci ha passato una settimana". La situazione al pronto soccorso, dal racconto di Denise, appare allarmante: "Ventidue pazienti Covid, il pronto soccorso è saturo, il personale stremato, le protezioni scarseggiano, l'ossigeno sta mancando e lo devono elemosinare", scrive, "La mia vicina di letto, mamma di 4 ragazzi tutti positivi pure loro, asintomatici per fortuna, ora ha un polmone gravemente compromesso (l'altro si è sistemato) e sta aspettando che la trasferiscano in un ospedale dove le diano giuste cure, peccato che ancora non abbiano trovato un posto".
Alla sua storia Denise allega anche una fotografia, uno scatto di se stessa, sul letto d'ospedale. Vuole raccontare a tutti cosa succede, cosa si rischia, perché "io sono stata attenta, ma il maledetto non guarda in faccia nessuno", scrive. Così nessuno potrà mai dire, per qualche assurda convinzione, che la sua testimonianza non è reale. Il viso provato da un virus maledetto, un tubo per l'ossigeno che sbuca dalla mascherina bianca. Nei suoi occhi si legge la preoccupazione. "Che Dio ce la mandi buona", dice Denise nel suo post, "il pericolo c'è. Noi però stiamo il più possibile al riparo".