CAGLIARI. C'è una specie aliena che minaccia la Sardegna. No, il virus non c'entra niente. E nemmeno la peste suina. O la lingua blu. O qualcosa di noto al grande pubblico. Il deputato del Movimento 5 Stelle Luciano Cadeddu pensa ad altro. A far paura, stando a un comunicato stampa pervenuto alla mail delle redazioni alle 16,50, è la "noce di mare". Questo il nemico da affrontare, stando alla nuova nota che succede alla precedente inviata alle testate, che risale al 24 luglio.
Ma perché scrive l'onorevole? Per dire che c'è una soluzione contro questo che sembra essere il nuovo male? No. Il comunicato dice che se ne parla e che bisogna affrontarlo. Eccolo, il comunicato. Integrale. E chissà che il deputato grazie a questo intervento non risollevi i destini del Movimento nell'urna, abbastanza scarsi nelle ultime amministrative sarde.
Negli ultimi anni nel Mar Mediterraneo si è manifestata in misura sempre maggiore la presenza di una specie molto invasiva e comunemente conosciuta come “noce di mare”, che per la sua pericolosità è compresa nella lista delle prime 100 specie invasive a livello mondiale. In particolare è stata trovata in diverse lagune italiane come Orbetello, Grado, Marano e le Lagune Oristanesi e la Laguna di Venezia. In merito, è in fase di valutazione da parte del ministero dell’Ambiente l’ipotesi di fare richiesta all’Unione europea per inserirla nell'elenco delle specie esotiche invasive e si pensa anche ad un Tavolo congiunto con il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, al fine di trovare soluzioni a supporto dei pescatori danneggiati dalla “noce di mare””. Lo dichiara il deputato del MoVimento 5 Stelle Luciano Cadeddu, a seguito della sua interrogazione al ministero dell’Ambiente che si è tenuta oggi in Aula a Montecitorio.
“Visto che il 26 febbraio scorso, la Commissione europea, in risposta all'interrogazione sulla medesima questione presentata dal collega eurodeputato Ignazio Corrao, ha affermato di essere a conoscenza della comparsa e diffusione della noce di mare nel Mediterraneo e negli altri mari europei, nonché del suo potenziale impatto sugli stock ittici e sugli ecosistemi marini, confermando inoltre la disponibilità per un sostegno finanziario, mi auguro che ogni decisione volta a trovare un rimedio a questa decisione possa avvenire nel minor tempo possibile. Abbiamo visto i danni che la noce di mare ha fatto nell'Adriatico, nelle Lagune oristanesi e conosciamo quanto accaduto in passato nel Mar Nero e quindi non c’è tempo da perdere. Dobbiamo lavorare per tutelare sia i pescatori, sia il nostro ecosistema, e per questo è necessario un intervento comunitario, in modo da trovare delle soluzioni comuni contro questa specie così dannosa”.
- Redazione